Carissimi,
oggi affrontiamo per intero il decimo capitolo nel quale Francesco di Sales ci parla di “Come il desiderio precedente accrescerà di molto l’unione dei beati con Dio”. Senza dubbio la nostra esistenza è piena di desideri: la salute, una famiglia unita, un buon lavoro, una vita dignitosa, ecc. e ci rendiamo conto che, quando questi si realizzano superando tante difficoltà, ci danno maggiore gioia. Ma la gioia umana, dice l’Autore, non è nulla di fronte a quella di essere chiamati a “vedere il volto della Divinità, volto tanto desiderato, anzi unico desiderio delle nostre anime!” L’uomo è “assetato” di gioia, ma in quanto a quelle meramente umane, spesso si accorge che “se sono moderate non ci dissetano, e se sono eccessive, ci soffocano”. Per offrire una maggiore comprensione di tale affermazione, ci viene proposto l’esempio di Alessandro il macedone, detto il Grande, che dopo aver conquistato “tutto questo basso mondo, sentì dire da un uomo di poco conto, che esistevano altri mondi”. A queste parole il grande condottiero, conscio dell’impossibilità di conquistare altri mondi, scoppiò in pianto. La sete di gloria, di potere, di grandezza, sono nemici pericolosi tanto da creare infelicità (…e rabbia!) quando non può essere pienamente soddisfatta. La sete di Dio, invece, crea nel cuore quella che Francesco definisce “una sorprendente inquietitudine” e si esprime così: “Sii sempre senza riposo né quiete su questa terra, o anima mia, fino a che tu non abbia trovato le fresche acque della vita immortale r la santissima Divinità, le quali soltanto possono estinguere la tua sete e appagare il tuo desiderio”. Non possiamo negare che queste espressioni ci “spiazzano” un po’ in quanto sappiamo bene che per giungere alla vita eterna bisogna passare attraverso la morte. Ma le parole di San Paolo “l’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte” (1 Co 15,26), dovrebbero infonderci un maggior coraggio. Come sottolinea l’Autore, siamo chiamati all’unione con Dio, ad immergere il nostro cuore nel Suo: “Tale sarà l’unione del nostro cuore con Dio lassù in cielo dove, dopo questi desideri senza fine del vero bene, mai soddisfatti in questo mondo, ne troveremo la sorgente viva ed abbondante”. Questa unione futura con Dio dovrebbe trovare, per il cristiano, una anticipazione nella vita presente, nell’esperienza quotidiana, nella volontà di nutrirci della Parola di Dio e dei Suoi sacramenti, similmente ad un bambino che si nutre “avidamente” attaccato al seno della mamma. “Così la nostra anima –termina il Salesio- ardente per la sete estrema del vero bene, allorché ne incontrerà la vera sorgente inesauribile nella Divinità, o vero Dio, quale santo e dolce ardore di unirsi e congiungersi con quel seno fecondo di ogni bontà, o per venire completamente immersi in essa, o affinché essa passi completamente in noi”.
Preghiamo
O Padre, Tu desideri che tutta la nostra esperienza umana sia vissuta in unione con Te: vieni in nostro soccorso quando questa è minacciata dallo spirito di divisione. Amen
Siamo certamente convinti che il nostro fine è quello di essere uniti eternamente a Dio. Viviamo, dunque, l’oggi che il Signore ci offre rendendo visibile la risposta a questa vocazione. Buona giornata,
PG&PGR