Carissimi,
a dire il vero il capitolo quarto sembra essere un po’ “catastrofico” e lo si evince già dal titolo: “L’amore sacro si può perdere in un momento”. Il de Sales esordisce con questa affermazione: “L’amore di Dio, che ci porta fino al disprezzo di noi stessi, ci rende cittadini della Gerusalemme celeste; l’amore di noi stessi che ci spinge fino al disprezzo di Dio, ci rende schiavi della Babilonia infernale”.
Calma, calma! Non ci “spaventiamo” più del dovuto! Quel termine “disprezzo” non va inteso secondo l’accezione corrente; proviamo a sostituirla con “distacco”… siamo sicuri che l’Autore non se ne avrà a male. D’altronde lui stesso e tutti gli altri santi non hanno mai disprezzato se stessi in quanto creati a immagine e somiglianza di Dio e sarebbero andati contro la seconda parte del comandamento dell’amore che ci sollecita ad amare Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente e il prossimo come noi stessi; se dovessimo disprezzare noi stessi, disprezzeremmo anche il nostro prossimo. Non vi pare? L’amore per noi stessi e per le altre creature, però, non deve farci dimenticare che Dio è l’origine dell’amore e quindi non può essere “disprezzato” cioè messo da parte. Il linguaggio “duro” del Salesio tende a metterci in guardia contro l’allontanamento lento, ma progressivo, dall’amore di Dio. E questo può avvenire anche nei rapporti umani… Ma si spinge oltre dicendo che “un solo peccato mortale bandisce la carità dall’anima, perché infrange il suo legame con Dio, ossia l’obbedienza e la sottomissione alla sua volontà”. Egli cerca di spiegare questa affermazione usando l’allegoria della perla che, secondo le teorie naturalistiche del tempo (il solito Plinio), erano “concepite dalla rugiada penetrata tra le bivalve dell’ostrica che, però, periva se una sola goccia di acqua marina vi penetrava. Abbiamo detto tante volte che Francesco, per quanto lungimirante, è figlio del suo tempo e anche la sua riflessione teologica risente di questo. Dice infatti: La carità che lo Spirito Santo infonde in un attimo nei nostri cuori…è indubbio che ci venga tolta in un attimo non appena…completiamo la nostra adesione alla ribellione e alla slealtà a cui ci incita la tentazione”. Siamo convinti che questo linguaggio “duro” rientra in una forma di catechesi per far capire al lettore che “benché lo Spirito Santo , ponendo la carità in un’anima le concede di grado in grado e di perfezione in perfezione d’amore, tuttavia, dato che la decisione di preferire la volontà di Dio ad ogni altra cosa è il punto essenziale dell’amore sacro, nel quale è raffigurata l’immagine dell’amore eterno, ossia dello Spirito Santo, non sarebbe possibile asportarne un solo pezzo senza che all’istante fosse distrutta tutta la carità”. Se ci pensiamo bene il peccato, all’origine, è entrato nel cuore dell’uomo proprio per questo motivo. La misericordia di Dio è certamente immensa e travalica la nostra comprensione ma, nel contempo, la stessa Sacra Scrittura ci insegna che Dio è un Dio geloso (Cfr. Es 34,14), o si ama o non si ama e nel rapporto con Lui non possono esserci compromessi o aggiustamenti di sorta…O tutto, o niente!
Preghiamo
Convertici a te, o Dio, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l’impegno quaresimale porti frutto nella nostra vita. Amen
Forse questo capitolo ci va un po’ “stretto”…Ma Gesù non ha forse detto: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta»?(Cfr. Lc 13,24) Buona giornata,
PG&PGR