Carissimi,
sembra che Francesco di Sales sia intenzionato a chiarire ulteriormente ciò che abbiamo letto ieri a riguardo del peccato veniale, quello, cioè, che non “taglia i ponti con Dio” ma, comunque, non è secondo la Sua volontà e rallenta il nostro cammino di carità, di amore. Come al solito si serve di un esempio: “Come diciamo che un albero gravemente danneggiato e spogliato dalla tempesta non ha più nulla, perché, sebbene sia intero, è però rimasto senza frutto, così quando l’affetto ai peccati veniali colpisce la carità, diciamo che essa è affievolita ed incompleta, non nel senso che l’abitudine dell’amore non sia rimasta intera nel nostro spirito, ma perché si trova senza le opere che sono i suoi frutti”. Poi, riferendosi ai filosofi pagani dell’antica Grecia, dice che questi, pur conoscendo Dio, non lo glorificavano a causa di peccati gravi che rendevano la verità prigioniera dell’ingiustizia e “anche se non toglieva la luce naturale la rendeva infruttuosa. Allo stesso modo –prosegue Francesco – i legami col peccato veniale non tolgono la carità, ma la tengono come schiava, legata mani e piedi, impedendole ogni libertà ed ogni azione”. Per quanto riguarda noi, cristiani di oggi, ci rendiamo sempre più conto di quanto, certi comportamenti e convincimenti ci privino della “familiarità spirituale tra Dio e noi, alla quale la carità, con vera amicizia, ci incita e, di conseguenza, ci fa perdere gli aiuti e i sussidi interiori, che sono come gli spiriti vitali e vivificanti dell’anima”. Quali giustificazioni diamo a noi stessi nel “giudicare” i nostri peccati veniali? Ci viene in mente il titolo di una delle tre “opere buffe” di Wolfgang Amadeus Mozart, “Così fan tutte”. No, cari amici e amiche, il fatto che molti prendano alla leggera determinate azioni o omissioni perché “fanno tutti così”, non può essere una giustificazione. Noi cristiani, per primi, abbiamo il dovere morale e sociale di opporci a questo modo di pensare e di fare. L’Autore, ben conscio della società del suo tempo e, profeticamente, anche della nostra, aggiunge con una certa severità: “In questa vita mortale quasi non viviamo senza tentazioni: ora, quegli spiriti vili, pigri e dediti ai piaceri materiali, non essendo idonei alla battaglia, né esercitati all’uso delle armi spirituali, non conservano quasi mai la carità, anzi abitualmente si lasciano cogliere di sorpresa dalla colpa mortale”. Non crediamo sia necessario fare degli esempi concreti…! Sta di fatto, prosegue il Nostro, “che ciò avviene ancora più facilmente perché col peccato veniale l’anima si dispone a quello mortale”. Qui un esempio possiamo farlo ed è lo stesso Francesco che ce lo suggerisce. La “ludopatia” (dipendenza dal gioco d’azzardo) non è un male moderno e nel XVII secolo, in modo particolare in Francia, questa “malattia”, iniziata in modo quasi “innocente”, aveva poi ridotto sul lastrico intere famiglie. Ma anche la collera, quando non è controllata, rende furiosi e insopportabili e chi è solito mentire per scherzo “è in grave pericolo di mentire con calunnia”. Il capitolo termina con un rigoroso avvertimento che è bene, per non essere travisati, riportare integralmente: “Infine, Teotimo, diciamo di coloro i quali sono di particolare debole costituzione, che non hanno vita, o che ne hanno appena un’oncia o un pizzico, perché ciò che è destinato a finire presto sembra di fatto non esistere più; e quelle anime buone a niente, dedite ai piaceri e affezionate alle cose transitorie, possono ben dire che non hanno più carità, poiché, se pure ne hanno, sono sulla strada di perderla ben presto”. Possiamo solo aggiungere, prima di tutto per noi stessi: ”Intelligenti pauca” e cioè “A buon intenditor poche parole”.
Le preghiere che proporremo in questo tempo quaresimale, fatta eccezione per le due Solennità, San Giuseppe e l’Annunciazione di M.V., saranno quelle delle “Collette” della messa del giorno.
Preghiamo
Ispira le nostre azioni, o Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento. Amen
Questa Quaresima ci aiuti ad individuare e correggere gli eventuali comportamenti che potrebbero intralciare il nostro cammino di conversione. Buona giornata,
PG&PGR