2 Febbraio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

proseguendo nel suo discorso, Francesco vuole sottolineare che Maria non era una “super-donna” essendo anche lei soggetta a tutte quelle necessità di cui il corpo ha bisogno e, prima di tutte, quella del sonno che però, in lei, si trasformava in un ulteriore atto di carità: “Questa Regina celeste non si addormentava che d’amore, giacché non concedeva alcun riposo al suo prezioso corpo che per dargli maggior vigore, perché potesse poi meglio servire il suo Dio;

senza dubbio un atto molto eccellente di carità”. Potrebbe sembrare quanto meno strano questo riferimento al sonno e al riposo, ma chi non ha bisogno? Certamente bisogna fare attenzione a non farlo trasformare in ozio…Il rispetto e la carità per il nostro corpo, dice Sant’Agostino: « ci obbliga ad amare convenientemente i nostri corpi» e il de Sales continua: “in quanto sono necessari per compiere le opere buone, sono una parte della nostra persona e destinati a partecipare alla felicità eterna”. La dignità del nostro corpo deriva dall’essere stato creato a immagine e somiglianza del Creatore e dal mistero stesso dell’Incarnazione: il Padre, nel suo disegno di salvezza per l’umanità, ha voluto che suo Figlio fosse vero uomo, con tutto ciò che questo comporta, eccetto il peccato. Per questo il Nostro aggiunge che “il cristiano deve amare il proprio corpo come un’immagine vivente di quello del Salvatore incarnato, come proveniente per parentela e consanguineità”. Non dimentichiamo che la grazia sacramentale passa attraverso dei “segni” esterni che coinvolgono il corpo. Bisogna, per contro, fare bene attenzione a non trasformare il rispetto del nostro corpo in vanità o, peggio, in idolatria. L’Autore ci invita anche a considerare “con quale devozione”, la Vergine, “doveva amare il suo corpo verginale!” e questo non soltanto perché era un corpo dolce, umile, puro, obbediente al santo amore, ma anche perché “era la viva sorgente di quello del Salvatore e gli apparteneva molto strettamente con un legame che non ha confronti”. Ed immagina che “quando concedeva il suo corpo angelico al riposo del sonno, diceva: Orsù, riposa, o tabernacolo dell’alleanza, arca della santità, trono della Divinità, ristorati un po’ dalla tua stanchezza e recupera le forze con questa dolce tranquillità”. Anche i sogni, aggiunge il de Sales, hanno la loro importanza e derivano, spesso, dalle esperienze vissute. Non vogliamo assolutamente addentrarci in questo campo; ci limitiamo a riportare, come nel TAD, ciò che dice San Giovanni Crisostomo ai suoi fedeli: «Quando la necessità del sonno chiude le mie palpebre, la tirannia del mio amore per voi eccita gli occhi del mio spirito e molte volte nel sonno mi sembra di parlarvi, perché l’anima ha l’abitudine di vedere in sogno, coll’immaginazione, ciò che pensa durante la giornata; così non vedendovi con gli occhi della carne, vi vedo con gli occhi della carità». Lasciando parte ciò che la scienza moderna dice sui “sogni”, non possiamo però sottovalutare quello che ne dice la Sacra Scrittura dove il sogno diventa rivelazione: i sogni di Giuseppe, figlio di Giacobbe Cfr. Gen cc.37.40), quello di Salomone (Cfr. 1 Re 3,1-15), quelli del grande San Giuseppe, padre putativo di Gesù (Cfr: Mt 1, 20-24; 2,13-19), i sogni dei “vecchi” cui fa riferimento San Pietro in Atti 2,17, e tanti altri. Non dobbiamo poi escludere i “sogni ad occhi aperti”…Ripensiamo alla famosa frase di Martin Luther King: «Io ho un sogno…» ed era quello dell’uguaglianza, dei diritti, della pace, della fraternità.

Oggi celebriamo la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, detta anche “La Candelora” e preghiamo con le parole che la Liturgia ci suggerisce:

Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a te pienamente rinnovati nello Spirito.

Presentiamoci oggi al Signore con le candele accese segno della nostra fede e chiediamogli la forza per non farle spegnere. Buona giornata,

PG&PGR