Carissimi,
avviandosi verso la fine del capitolo, Francesco si lascia andare ad una invocazione che “rasenta” la lirica poetica e che merita di essere letta integralmente: “Che avrà sognato, o dolce Gesù, la tua santa madre, quando dormiva, mentre il suo cuore vegliava? Non sognava forse di vederti ancora nel suo grembo, dove vi rimanesti per nove mesi?
Oppure attaccato alle sue mammelle, mentre premevi dolcemente il suo seno verginale? Quale dolcezza in quell’anima! Avrà forse sognato che il divino maestro aveva così spesso dormito sul suo petto, come un agnellino sul morbido fianco di sua madre; così ella ora dormiva sul tuo fianco trafitto, come una bianca colomba nel cavo sicuro di una roccia (Cfr. Ct 2,14). Sicché il suo sonno era simile all’estasi quanto all’azione dello spirito benché, quanto al corpo, fosse un dolce sollievo e riposo. Può anche darsi che qualche volta, come il Patriarca Giuseppe, abbia sognato la futura grandezza, allorché in Cielo sarebbe stata rivestita di sole, coronata di stelle e con la luna sotto i piedi, ossia totalmente circondata dalla gloria di suo Figlio, coronata di quella dei santi, e con l’universo sotto di sé; oppure, come Giacobbe, (Cfr. Gen 28.12-13), vide i progressi e i frutti della redenzione operata da suo Figlio in favore degli Angeli e degli uomini; Teotimo, chi potrebbe mai immaginare l’immensità di tali delizie? Quanti colloqui con l’amato Figlio, quante dolcezze da ogni parte”. Come abbiamo già detto ieri, il sogno, nella Sacra Scrittura, occupa un posto importante e di seguito il de Sales afferma che anche durante il sonno la Vergine non è stata privata dell’uso della ragione. Esagerato? Forse, ma non troppo, tanto è vero che per sostenere questo chiama in causa il re Salomone che, succeduto al padre Davide sul trono d’Israele, in sogno “domandò e ricevette il dono della sua incomparabile sapienza” (Cfr. 1Re 3, 1-15), facendo un reale uso del suo libero arbitrio. Se questa è l’opinione di molti, si chiede il Salesio: “Non è ancora più credibile che la Madre del vero Salomone (cioè Gesù Cristo, ndr.) abbia avuto l’uso della ragione durante il sonno, ossia, secondo il modo di esprimersi di Salomone, che il suo cuore vegliasse mentre dormiva?” E’ evidente che questa sua convinzione non costituisce una verità assoluta, ma è certamente vero quello che dice di seguito: “Certo, che San Giovanni (Battista) abbia avuto l’uso della ragione persino nel seno di sua madre, fu un portento ancora più grande” (Cfr. Lc 1,44) e dunque, continua chiedendosi: “Perché dunque ne rifiuteremmo uno molto piccolo per colei alla quale e per la quale Dio ha concesso più favori di quanti non abbia elargito e non elargirà mai a tutte le altre creature?” Ci sembra una domanda quanto mai sensata che può trovare la risposta nell’affermazione del messo celeste “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37). In conclusione del capitolo il Nostro ci offre una similitudine quanto meno curiosa rifacendosi a Sant’Agostino che ne “La città di Dio” (21,5) afferma che “la pietra di amianto, denominata l’inestinguibile, una volta accesa non si può spegnere”; allo stesso modo, spiega: “il cuore della Vergine Madre rimase perpetuamente infiammato dal santo amore ricevuto dal Figlio”. Ma specifica che,; se il “fuoco” dell’amianto non può essere spento, non può neanche essere aumentato; al contrario “le sacre fiamme della Vergine, invece, non potendo né morire né diminuire, né rimanere uguali, non hanno mai cessato di crescere smisuratamente fino al cielo, luogo della loro origine; tant’è vero che questa Madre è la Madre del bell’Amore, ossia la più amabile come la più amante, e la più amante che la più amata Madre4 di quell’unico Figlio, che è anche il più amabile, il più amante e il più amato Figlio di quell’unica Madre”. Un concetto profondo che merita di essere riletto con calma per meglio comprenderlo. Se ben ricordate, nel titolo di questo capitolo Francesco, nel definire l’amore della Madre di Dio, ha usato l’aggettivo “incomparabile”. Ma incomparabile non è sinonimo di “inimitabile”, anzi ci sollecita a prendere la Santa Vergine come modello della nostra vita, pur con tutti i nostri limiti, le nostre difficoltà, le nostre fughe…! Ma non perdiamoci di coraggio perché Lei ci sarà sempre vicina.
Preghiamo
Santa Madre di Dio che sotto la croce del tuo Figlio ci hai accolti come tuoi figli, insegnaci la via che conduce a Dio e nelle difficoltà prendici per mano come tante volte avrai fatto col piccolo Gesù. Amen
Riscopriamo, oggi e sempre, questa presenza materna, questa maestra di vita, questa nostra guida. Buona giornata,
PG&PGR
P.S. Scusateci se oggi vi abbiamo rubato un po’ più di tempo, ma non volevamo frazionare di più questo capitolo dedicato alla nostra Mamma del cielo.