Carissimi,
quando il Beato Giovanni Paolo I, Papa Luciani, durante l’Angelus del 10 settembre 1978, disse: «Dio è papà; più ancora è madre», non pochi, all’interno della Curia romana, restarono scandalizzati. Poveretti! Forse non avevano mai letto ciò che Francesco di Sales, del quale quel Papa era profondo conoscitore e ammiratore, dice aprendo il quarto capitolo, che oggi iniziamo, e che parla della “santa perseveranza nell’amore sacro”. Ecco il testo “incriminato”: “Come una dolce mamma che conduce con sé il proprio bambino, aiutandolo e sostenendolo secondo le circostanze, lasciandogli fare qualche passo da solo nei luoghi meno pericolosi e molto piani. Ora tenendolo per mano e dandogli sicurezza, ora prendendolo in braccio e portandolo, così Nostro Signore ha una premura costante nell’accompagnare i propri figli, ossia quelli che possiedono la carità, facendoli camminare davanti a sé, tendendo loro la mano nelle difficoltà e portandoli direttamente in braccio nei pericoli che vede essere per loro insuperabili”. Come è possibile che eminenti uomini di Chiesa si siano “risentiti” su questo aspetto della “maternità” di Dio? La stessa Bibbia (Cfr. Is 66,13; Sal 131,2) si esprime in questo modo. Mah! Andiamo comunque avanti. Il de Sales continua dicendo che “dobbiamo, con grande coraggio, avere una ferma fiducia in Dio e nel suo aiuto”. Quanti tra noi, leggendo tale invito e ripensando alla propria vita, staranno ora annuendo! Tutti abbiamo affrontato momenti difficili, ma il Signore ci è venuto in aiuto facendoci “il grande dono della perseveranza” che accompagna ogni anima, nella carità, fino alla “sua perfezione finale”. Gesù assicura che, nonostante le persecuzioni grandi o piccole che siano, «chi persevererà fino alla fine sarà salvato» (Mt 10,22). Infatti, aggiunge l’Autore, il dono della perseveranza “non è altro che l’insieme e la catena di diversi appoggi, alleggerimenti ed aiuti, per mezzo dei quali continuiamo nell’amore di Dio fino alla fine”. Dio, come ogni madre (e padre) previdente e premurosa/o, educa, mantiene, all’occasione corregge il proprio figlio perché possa crescere nel suo amore. Ma, sottolinea, la perseveranza per alcuni “è molto breve, come in coloro che si convertono a Dio poco prima della morte”. Tanti solo coloro la cui perseveranza è stata breve in quanto hanno conosciuto la “Verità” solo al termine del loro pellegrinaggio terreno: il buon ladrone ne è il “portabandiera”, seguito da una nutrita schiera di “operai dell’ultima ora”. In questi, aggiunge il Nostro, conversione e perseveranza coincidono in un breve lasso di tempo. Per altri…Beh, questi li lasciamo in attesa per domani.
Oggi ricorre la festa della Conversione di San Paolo; preghiamo con le parole della Liturgia:
O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo. Amen
Che il dono della perseveranza, anche oggi, porti buoni frutti in noi. Buona giornata,
PG&PGR