Carissimi,
eccoci al 24 gennaio, giorno in cui la Chiesa fa memoria del nostro santo e alla sua intercessione, ancora una volta, vogliamo affidare il nostro cuore e le nostre opere. Ieri abbiamo letto di alcune anime eccelse alle quali il Signore ha affidato grandi opere. Avrebbero, certamente, potuto declinare l’invito, accontentandosi di una vita cristiana “in sordina”, come tante volte accade per tanti cristiani e come è accaduto a quel “tale” di cui ci parla il Vangelo di Marco (10,17-22) Il de Sales ci dice: “Non vedi il giovane del Vangelo, che Nostro Signore amava, e che, di conseguenza, si trovava nella carità? Non aveva alcuna intenzione di vendere ciò che possedeva per darlo ai poveri e seguire Nostro Signore; così, quando Nostro Signore gliene diede l’ispirazione, non ebbe il cuore di attuarla”. Dunque, per compiere grandi gesti di carità non è sufficiente “essere ispirati”, ma occorre rendersi disponibili alla forza dello Spirito che il Signore sempre ci offre, per metterli in atto. Allo stesso modo, continua il Nostro: “in occasione dei grandi assalti delle tentazioni eccezionali, ci è assolutamente necessaria una speciale e particolare assistenza celeste”. Nessuno di noi pensi di essere esente da questi tipi di tentazione che possono presentarsi in tanti modi e, spesso, camuffate; non dimentichiamo che il maligno è furbo tanto da farci credere che tutto sia lecito e che determinati comportamenti e mancanze di carità siano “normali”. Per questo è necessario ricorrere spesso alla preghiera “al fine di ottenere la grazia di poter compiere opere eccellenti e straordinarie e compiere quelle ordinarie con più frequenza e più fervore, come pure resistere con maggiore determinazione alle piccole tentazioni e combattere con coraggio le più grandi”. Sant’Atanasio, dice ancora il de Sales, nella “Vita di Sant’Antonio (Abate)”, racconta che il grande santo “fu assalito da una spaventosa legione di demoni, e dopo aver per lungo tempo sostenuto i loro assalti, non senza sofferenza e tormenti incredibili, alla fine vide aprirsi il soffitto della propria cella e un raggio celeste entrare dall’apertura, al che fu dissipata in un attimo la fosca e tenebrosa schiera di nemici e gli venne tolto il dolore delle percosse ricevute in quella battaglia”. Sembra che Antonio si sia poi “risentito” con il Signore, chiedendo dove Egli fosse in quei momenti di tormento. Il Signore rispose: «ero qui ma attendevo l’esito del tuo combattimento: ora, siccome sei stato forte e valoroso, ti aiuterò sempre». I grandi santi hanno dovuto spesso combattere col maligno, ma ne sono usciti vincitori rimettendo la loro causa al Signore. Anche noi, in tante occasioni difficili, possiamo aver chiesto al Signore “Ma ci sei? Dove sei? Perché non fai qualcosa? La tentazione più grande è quella di mettere in dubbio l’amore di Dio e volergli insegnare a “fare il suo mestiere”.
Al termine del capitolo Francesco ci suggerisce questa breve preghiera ispirata al Salmo 23:
La tua bontà mi segua in ogni luogo, il tuo fervore mi custodisca a tutte le ore,
affinché nel tuo cielo, o mio Dio, per sempre io dimori. Amen
A tutti, vicini e lontani, buona festa di San Francesco di Sales,
PG&PGR