Carissimi,
come abbiamo accennato ieri, anche Francesco di Sales, seguendo il metodo del Maestro, si cimenta nell’utilizzo delle “parabole”; oggi, iniziando un nuovo capitolo, ce ne offre una per spiegare meglio “Come l’anima che si trova nella carità faccia progressi in essa”. Abbiamo pensato bene di proporvela integralmente: vale la pena di leggerla così come l’Autore ce la presenta: “Un re grande e valoroso aveva sposato un’amabilissima principessa; avendola un giorno condotta in una camera appartata per ivi trattenersi familiarmente con lei, dopo aver conversato alquanto, la vide cadere ai suoi piedi priva di sensi, per un improvviso malore. Questo gli procurò grande spavento e fu per cadere svenuto anche lui, poiché l’amava più della propria vita. Tuttavia lo stesso amore che gli procurò un così grande dolore, gli dette pure la forza per sostenerlo e lo fece agire per rimediare, con prontezza impareggiabile, al male che aveva colpito la diletta compagna della sua vita. Aperto in tutta fretta un armadio che si trovava nella stanza, prende un cordiale assai prezioso, poi apre con forza le labbra ed i denti serrati della sua amata principessa, e facendole entrare in bocca questo prezioso liquore, la fa tornare in sé; quindi la rialza dolcemente e con tante cure la ravviva in modo che ella già comincia a levarsi in piedi, a passeggiare lentamente con lui, sempre bisognosa del suo aiuto. Egli la sostiene reggendola sotto le braccia, finché, applicatole sul cuore un balsamo prezioso ed efficace, la principessa si sente tutta rimessa in salute e può camminare da sé. Il caro sposo non la sostiene più, ma mantiene dolcemente fra le sue la mano destra di lei, ripiegando il braccio di lei sul suo e sul suo petto, e, intrattenendola ancora, compie verso di lei quattro servizi graditissimi: 1) le dà prova di quanto il suo cuore sia amorosamente preoccupato di lei; 2) continua sempre a confortarla un po’; 3) se per caso si manifestasse ancora qualche sintomo del passato malore egli è pronto a sostenerla; 4) nel caso che ella facesse qualche passo falso o dovesse incontrare qualche punto difficile, egli la sosterrebbe e l’appoggerebbe. E continua a prodigarle le sue cure fino alla notte, volendo ancora assisterla quando fu adagiata nel suo letto regale”. La similitudine ci sembra evidente: lo Sposo è il Signore, la sposa siamo noi; il malore improvviso rappresenta le “cadute” che, nonostante tutto, non mancano mai; il soccorso che lo Sposo presta prontamente alla sposa è quello che Dio offre ad ognuno di noi quando restiamo vittime di qualche tentazione mettendosi al “nostro servizio” dandoci una ulteriore prova del Suo amore, confortandoci, sostenendoci e proteggendoci. La Sua misericordia non ha confini e il Suo amore per noi va oltre tutte le nostre aspettative perché, come scrive San Giovanni nella sua Prima lettera (3,20): «Dio è più grande del nostro cuore».
Preghiamo
Padre buono, il Tuo cuore è immensamente più grande e amoroso del nostro e non ti stanchi mai di sostenerci quando siamo deboli e di rialzarci quando cadiamo: fa’ che il nostro impegno per crescere nel Tuo amore non venga mai meno. Amen
Ed oggi, nelle difficoltà che potremo incontrare, lasciamoci “soccorrere” e sostenere dall’amore di Dio. Buona giornata,
PG&PGR