Carissimi,
iniziamo oggi un nuovo capitolo, il decimo sempre del secondo libro del TAD, nel quale il de Sales ci dice “Come spesso respingiamo l’ispirazione e ci rifiutiamo di amare Dio”. Senza dubbio, a nostra difesa, possiamo dire che in noi non c’è un rifiuto di Dio ma, siamo onesti, spesso preferiamo fare di testa nostra. Nel testo l’Autore riporta alcune frasi “forti” di Gesù che rimprovera gli abitanti di alcune città, quali Corazim, Betsaida e Cafarnao che, dopo aver ascoltato l’invito del Salvatore alla conversione, lo rifiutano (Cfr Mt 11,21). Dice: “Gli abitanti di Corazim e di Betsaida, ammaestrati nella vera religione e ricolmi di favori tanto grandi da poter convertire gli stessi pagani, rimasero tuttavia ostinati a non voler approfittarne, anzi rigettarono il lume santo con una ribellione incomprensibile”. Gesù mette a confronto la generazione del profeta Giona che, rivolto alla popolazione di Ninive, ne attenne la conversione, con la sua che, pur avendo avuto la possibilità di ascoltare la parola del Salvatore “e dopo aver visto con i propri occhi i miracoli, e toccato con mano le meraviglie ed i benefici di lui, continuarono nella loro ostinazione e resistettero alla grazia che veniva loro offerta”. Commenta con amarezza il Nostro: “Coloro i quali hanno ricevuto meno aiuti sono indotti a penitenza, mentre coloro che ne hanno ricevuti di più hanno indurito il loro cuore; coloro che hanno minor motivo di avanzare, imparano dalla saggezza, mentre coloro che ne hanno di più, rimangono nella loro follia”. Qualcuno potrebbe dire: sì, vabbé, ma questo cosa c’entra con noi? La risposta potrebbe venire da una semplice constatazione: noi appartenenti al mondo occidentale, con duemila anni di storia e di cultura cristiana alle spalle, oggi siamo più propensi ad “accantonare” il messaggio evangelico o quanto meno, a viverlo tiepidamente, mentre questo è accolto con entusiasmo presso altri paesi e civiltà che solo in epoca più recente hanno ricevuto lo stesso messaggio. Questo dovrebbe farci riflettere! Nella sua trattazione il Salesio si associa ai grandi Dottori della Chiesa ed è convinto che questa differenza di atteggiamento di fronte all’ispirazione ad amare Dio, dipenda dall’amore stesso col quale il vangelo viene accolto e dalla disponibilità a viverlo profondamente e con perseveranza. Uno di questi Grandi è Sant’Agostino che nel capitolo VI della “Città di Dio” fa l’ipotesi di due uomini completamente uguali in bontà che sono turbati dalla stessa tentazione; ma mentre uno resiste al nemico l’altro soccombe non essendo stato in grado di perseverare. La stessa cosa, continua il santo vescovo di Ippona nel capitolo IX della stessa opera, accadde agli angeli e si domanda come sia stato possibile che essendo stati creati tutti nella carità e alimentati tutti dalla stessa grazia, alcuni abbiano perseverato nel bene mentre altri preferirono “schierarsi col male, fino alla dannazione”. Potremmo farci la stessa domanda calandola nella realtà umana, nella nostra realtà. Lunedì riprenderemo questo discorso.
Oggi ricorre la memoria di San Francesco Saverio, patrono delle missioni. La sua opera di evangelizzazione, rivolta soprattutto ai popoli dell’Oriente, in qualche modo, conferma quanto abbiamo detto prima. Fu canonizzato nel 1622, pochi mesi prima della morte si Francesco di Sales. Preghiamo con le parole della liturgia
O Dio, che hai chiamato molti popoli dell’Oriente alla luce del Vangelo, con la predicazione apostolica di san Francesco Saverio, fa’ che ogni comunità cristiana arda dello stesso fervore missionario, perché su tutta la terra la santa Chiesa si allieti di nuovi figli. Amen
Preghiamo oggi, in modo particolare, per una nostra continua conversione. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR