20 Dicembre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

Francesco continua il suo ragionamento sulla priorità della fede su tutte le scienze umane e, prendendo ad esempio l’esultanza dei capi dell’esercito di Israele di fronte al neo unto re Jeu (Cfr 2 Re 9,1-13), dice che “all’arrivo della fede, lo spirito si spoglia di tutti i discorsi ed argomenti, e sottomettendoli alla fede, la fa sedere su di essi, riconoscendola regina e grida con grande gioia: Viva la fede!” Senz’altro, aggiunge il Nostro, le tante manifestazioni dello spirito cristiano possono essere utili, ma solo la fede rende testimonianza alla verità: “Sola la fede la rende creduta e conosciuta, facendo amare la bellezza della sua verità e credere alla verità della sua bellezza, per la dolcezza che comunica alla volontà e la certezza che dà all’intelletto”. Ecco che viene interpellata anche la volontà dell’uomo che difficilmente si libera dei propri sospetti e pregiudizi. Francesco, dunque, fa un riferimento ai Giudei che, pur avendo visto i miracoli operati dal Signore Gesù ed aver ascoltato la Sua Parola di salvezza, sono rimasti nella loro incredulità (Cfr Gv 9,41) e afferma: “L’atto di fede consiste nell’assenso della nostra anima, la quale, avendo ricevuto la gradevole luce della verità, vi aderisce con dolce, ma potente e ferma certezza, fondata sull’autorità della rivelazione che gli viene comunicata”. Ma a quale autorità si riferisce? Spiega a Teotimo che questa  è data dallo Spirito Santo attraverso la voce dei concili generali dove “si fanno grandi dispute e ricerche della verità, con discorsi, ragionamenti ed argomenti teologici; ma, finite le discussioni, i Padri, cioè i vescovi, e particolarmente il Papa, capo dei vescovi, concludono, risolvono e definiscono. Pronunziata la definizione, ognuno l’accetta, e acconsente pienamente, non già per le ragioni portate nella disputa e nell’indagine precedente, ma in virtù dell’autorità dello Spirito Santo, il quale, presiedendo invisibilmente ai Concili, ha giudicato, determinato e concluso per bocca dei suoi ministri da lui stabiliti pastori del cristianesimo”. L’opposizione che taluni hanno avanzato nei confronti dei Concili del passato e, soprattutto, nel ventesimo secolo, al Concilio Ecumenico Vaticano II, sono vere e proprie opposizioni  allo Spirito Santo che “anima la Chiesa, parla per bocca dei capi della medesima, secondo la promessa fatta da Nostro Signore” (Cfr. Lc 10,16). Ma l’amore di Dio, potremmo chiederci, che ruolo ha in tutto questo? Francesco ci risponde: “La sicurezza che lo spirito umano ha nelle cose rivelate e nei misteri della fede, comincia con un sentimento amoroso di compiacenza, che la volontà riceve dalla bellezza e soavità della verità proposta: di modo che la fede comprende un inizio d’amore che il nostro cuore prova per le cose divine”. Possiamo, quindi, concludere che la fede “stimola” l’amore e l’amore fa crescere la fede. Non accade così anche nei rapporti umani? Chiedetelo agli innamorati!

Preghiamo con le parole del quinto giorno della Novena di Natale:

Tu hai voluto, o Padre, che all’annunzio dell’angelo la Vergine immacolata concepisce il tuo Verbo eterno, e avvolta dalla luce dello Spirito Santo divenisse tempio della nuova alleanza: fa’ che aderiamo umilmente al tuo volere, come la Vergine si affidò alla tua parola. Amen

La fede nel Signore che viene a salvarci dia, anche oggi, una “scrollatina” ai nostri cuori. Buona giornata,

PG&PGR