9 Novembre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nonostante la sua ammirazione per i grandi filosofi greci, nella conclusione di questo capitolo, il de Sales muove, nei loro confronti, una critica fondamentale che ha come base le parole di San Paolo che rimprovera aspramente coloro che, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come tal e non gli hanno reso grazie (Cfr. Rom 1,20-21). Il Salesio ammette che “senza dubbio, in qualche modo, lo hanno glorificato, attribuendogli alcuni supremi titoli di onore, ma non l’hanno glorificato come dovevano; ossia non gli hanno tributato gloria al di sopra di tutte le cose”.

Cosa è dunque mancato a queste grandi menti? Il coraggio di “abbattere l’idolatria” preferendo “l’onore e l’inutile tranquillità della vita”. A questo proposito ci viene in mente la figura del grande medico Edoardo Gemelli che, con la sua conversione al cristianesimo e la sua entrata tra i “Frati Minori“ (assumendo il nome di Agostino), scandalizzò la società della “Milano bene” che definì questa sua conversione come il “suicidio di un’intelligenza”. Da cristiani diciamo “il coraggio dell’intelletto e della ragione”. Torniamo al TAD dove l’Autore esprime la propria commiserazione verso chi, come quei grandi filosofi, pur essendo giunti alla verità di un solo Dio, lo hanno poi negato nei fatti. Dice: “Non è forse compassionevole, o Teotimo, vedere Socrate, che, come riferisce Platone, morendo parla degli dèi come ve ne fossero molti, mentre sapeva perfettamente esservene uno solo? Non è cosa deplorevole che Platone abbia ordinato che si sacrificasse a più dèi, mentre egli conosceva così bene la verità dell’unità divina?” Tralasciamo ciò che viene detto di Mercurio Trimegisto che probabilmente è un personaggio leggendario e riportiamo quanto viene detto dal Salesio del “povero e buon Epitteto” (50-130 d.C.): “Ma chi mi fa stupire più di tutti è il povero Epitteto…Che pena infatti sentire quell’eccellente filosofo parlare talvolta di Dio con tanto gusto, sentimento e zelo, che lo si crederebbe un cristiano uscito allora da qualche santa e profonda meditazione, e vederlo in altri luoghi, di tanto in tanto, fare menzione degli dèi, come i pagani? Questo brav’uomo, che conosceva così bene l’unità divina e tanto si compiaceva della sua bontà, perché non ebbe il santo zelo dell’onore di Dio per non deviare, non mentire e non dissimulare in un argomento di tanta importanza?” Anche oggi, quante persone pur definendosi credenti, tengono “nascosta” la propria fede e le proprie convinzioni per timore del giudizio altrui? Non è forse questo frutto del peccato? Il Salesio conclude il capitolo paragonando la natura umana “ferita dal peccato” alle palme che, pur crescendo in paesi dal clima non certo a loro congeniale, producono solo “tentativi di frutti” e commenta: “Anche il cuore umano produce naturalmente certi principi di amore verso Dio, ma giungere ad amarlo sopra tutte le cose — ciò che forma la vera maturità dell’amore dovuto a quella suprema bontà — è cosa propria dei cuori animati e assistiti dalla grazia celeste e che sono nello stato della santa carità. Quel primo ed imperfetto amore di cui la natura sente in se stessa i primi moti, è un volere senza volere, un volere che vorrebbe, ma che non vuole; un volere sterile che non produce veri effetti, un volere paralitico, che vede la piscina salutare del santo amore, ma che non ha la forza per gettarvisi dentro (Cfr. Gv 5,7); un volere, infine, il quale non è che un aborto di buona volontà, privo di quel generoso vigore di vita che è richiesto per preferire effettivamente Dio a tutte le cose. Parlando di esso l’Apostolo esclamava: “Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo” (Rom 7,18). Beh, allora possiamo dire di essere in buona compagnia e, dunque, non perdiamoci d’animo.

Ricorrendo oggi la festa liturgica della Dedicazione della Basilica Lateranense, Madre di tutte le Chiese, preghiamo con le parole della Liturgia

O Padre, che prepari il tempio della tua gloria con pietre vive e scelte, effondi sulla Chiesa il tuo Santo Spirito, perché edifichi il popolo dei credenti che formerà la Gerusalemme del cielo. Amen

Ed oggi qualche piccolo “dattero” in più? Buona giornata,

PG&PGR