Carissimi,
nel capitolo ottavo, che iniziamo oggi, Francesco ci parla del “desiderio” di Dio di essere amato dalle sue creature, in particolare dall’uomo, sopra ogni cosa. Con decisione esordisce dicendo che “benché la redenzione del Salvatore ci venga applicata in tanti modi diversi quante sono le anime, tuttavia la ragione universale della nostra salvezza è l’amore, che entra in tutto e senza il quale niente è salutare”.
L’amore per Dio e la salvezza che Egli desidera per l’uomo non possono essere separati in quanto il Signore Gesù “che ci ha riscattati con il suo sangue, desidera infinitamente che l’amiamo, per poter essere eternamente salvati, e desidera che siamo salvati per poterlo amare eternamente, perché il suo amore tende alla nostra salvezza e la nostra salvezza al suo amore”. Sembra essere un rincorrersi di parole, ma proviamo a rileggerle lentamente…Nel Vangelo di San Luca (12,49) leggiamo queste parole di Gesù: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» Come forse ricorderete era la frase iniziale del vangelo della domenica centrale dello scorso agosto, precisamente il 14. Certamente una frase forte che si può spiegare soltanto pensando al “fuoco dell’amore” e al desiderio del Salvatore che questo “incendio” divampi nel cuore dell’uomo. Ricordate le fiammelle sulla testa degli apostoli e della Vergine Maria il giorno di Pentecoste? Quante volte, nel nostro cuore, questo fuoco rimane basso…! E’ un fuoco che ha origine in Dio ma che noi, con il nostro impegno dovremmo saper alimentare…e ne abbiamo la possibilità. Nel Primo Libro il Salesio ci aveva parlato dell’inclinazione naturale ad amare Dio. Ora, richiamando il primo e più grande comandamento (Cfr: Mt 22,37s), ci invita a non lasciarci scoraggiare dalle nostre miserie, dai nostri insuccessi e dall’immensa diseguaglianza tra noi e Lui. Ecco cosa dice: “Non è per niente che ha creato in noi l’inclinazione naturale ad amarlo; infatti, perché non sia inutile, ci spinge a servircene con questo comando generale e, perché poi questo comando possa essere attuato, non lascia nessun uomo vivente senza mezzi abbondanti ed appropriati a tal fine”. Continua poi col dire che l’amore di Dio è come il calore del sole che raggiunge e vivifica ogni cosa trasmettendo a tutte la forza necessaria per produrre frutti. Permettiamo a questo calore vivificante di penetrare nel nostro cuore, di farci ardere d’amore e non permettiamo che le difficoltà di vario genere, che continuamente incontriamo sul nostro cammino, affievoliscano questa fiamma. La scorsa estate tutti abbiamo cercato riparo dal sole cocente; quello di Dio è un sole che non fa inaridire la terra, cioè il nostro cuore, ma lo riscalda, lo tonifica, lo illumina. Perciò non cerchiamo rifugio sotto “l’ombrellone” delle nostre povertà…potrebbero diventare delle scuse.
Preghiamo
Accogli, o Padre, le preghiere della tua Chiesa e soccorrici nelle fatiche e nelle prove della vita; la venuta di Cristo tuo Figlio ci liberi dal male antico che è in noi e ci conforti con la sua presenza. Amen
Anche oggi, come ogni giorno ci troveremo di fronte a delle difficoltà derivanti dalla nostra “pochezza”, ma ci renderemo comunque conto della ricchezza che Dio vuole affidarci. Buona giornata,
PG&PGR