23 Novembre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nel sesto capitolo del secondo libro Francesco di Sales ci parla “di qualche favore speciale operato dalla divina provvidenza per la redenzione degli uomini” ed inizia col dire che Dio manifesta “in modo mirabile la ricchezza ineffabile della sua potenza nell’immensa varietà di cose che vediamo nella natura, ma, con magnificenza ancora maggiore, fa apparire i tesori infiniti della sua bontà nell’impareggiabile varietà dei beni che riconosciamo nella grazia”.

Cerchiamo di rendere più accessibile questo concetto: se restiamo colpiti e meravigliati dalle bellezze della natura, e sono tante, tanto più dovremmo esserlo nel riconoscere l’agire di Dio, attraverso la sua grazia e il suo amore, in noi e negli altri. L’opera della redenzione, sottolinea poi il Nostro, pur avendo come destinataria tutta l’umanità, Dio l’ha “diversificata in tanti modi, sì che la sua liberalità risplendesse nella varietà e la varietà abbellisse la sua liberalità”. Quante volte ci siamo trovati a dire che ognuno di noi ha dei doni, delle capacità diverse dagli altri! Ma è proprio questa varietà che fa crescere una comunità e l’intera Chiesa: diversità e unità sono un binomio inscindibile. Nella sua liberalità, senza fare torto a nessuno, il Creatore, nella sua prescienza, ha scelto alcune creature che, in vista della “collaborazione” con Lui, hanno ricevuto “privilegi” particolari. Per spiegare meglio il suo pensiero Francesco pone davanti ai nostri occhi l’esempio della Vergine Maria che, essendo “predestinata” ad essere la madre del Figlio di Dio, fu preservata dal peccato di origine. Riferendosi  al brano del Libro di Giosuè (3,16-17). che narra come le acque del fiume Giordano arrestarono il loro flusso per permettere all’Arca dell’Alleanza e al popolo d’Israele di passare sull’altra sponda, così il fiume del peccato si è fermato davanti a Maria, Arca della Nuova Alleanza che Dio aveva predestinato ad essere la corredentrice del genere umano. Prima di procedere, però, si rende necessario chiarire cosa vuol dire essere “predestinati”. Gli antichi stoici credevano fosse che il “fato” a segnare la vita dell’uomo ma, l’avvento del cristianesimo ha rivoluzionato questo tipo di pensiero anche se con interpretazioni completamente diverse tra quella protestante e quella cattolica. I primi sostengono che Dio “predestini”, indipendentemente dalle loro opere, alcuni alla salvezza e altri alla dannazione eterna; per noi cattolici, come asserisce San Tommaso, la predestinazione è “il piano secondo cui Dio ordina la creatura razionale al conseguimento della vita eterna”. Perciò Dio, che è bontà infinita, non esclude nessuno dalla beatitudine in quanto chiama tutti gli uomini ad essere conformi al proprio Figlio che si è fatto uomo per salvarci. San Paolo, pur parlando di predestinazione (Cfr. Rom 8,29-30; Ef 1,11) intende dirci proprio questo. Proviamo a chiederci quale merito o quale colpa avremmo se fosse Dio a scegliere noi? Ma non ci ha creato liberi?

Preghiamo

Padre buono, il tuo desiderio è che ogni uomo viva eternamente con Te; aiutaci a rispondere a questo desiderio attraverso la nostra fede e le nostre opere. Amen

Ed oggi sentiamoci non solo predestinati ma, soprattutto amati da Dio. Buona giornata,

PG&PGR