17 Novembre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nel piano creativo di Dio emergono, tra tutte le creature gli Angeli e gli uomini e, da quello che dice, appare chiaro che Francesco di Sales individua, in queste creature, i destinatari più importanti della Divina Provvidenza: “La somma provvidenza non è altro che l’atto per mezzo del quale Dio intende dare agli uomini e agli Angeli i mezzi necessari, o anche soltanto utili, perché giungano al loro fine”. Anzi, potremmo aggiungere che uno dei compiti  degli Angeli è quello di assistere, guidare e custodire l’uomo affinché questo possa  giungere al suo fine. Ma quale è questo fine? Lasciamo che ci risponda San Tommaso d’Aquino: “Conoscere la prima verità, che è Dio, è il fine ultimo di tutto l’uomo, di tutte le sue azioni e di tutti i suoi desideri, e da ciò ne deriva la sua beatitudine. Pertanto la felicità ultima dell’uomo consiste nella contemplazione della verità, ovvero nella conoscenza della sapienza e delle verità divine”. Dio, vuole farsi conoscere dall’uomo attraverso la sua provvidenza che può manifestarsi in modi diversi e, come asserisce il Nostro, può essere di ordine naturale o soprannaturale. Ma prima di addentrarsi nel discorso sulla provvidenza soprannaturale, egli preferisce darci qualche delucidazione su quella naturale e lo fa dicendo che tutto il creato, il cielo con i suoi astri e la terra con tutti gli elementi del mondo animale e vegetale, concorre a far sì che l’uomo raggiunga il suo fine tanto da poter esclamare col Libro della Sapienza: «La provvidenza riguarda tutto, regna su tutto e riconduce tutto alla propria gloria» (Cfr 14,3). Ma tante volte l’uomo, nella sua razionalità, interpreta come “casi fortuiti” alcuni avvenimenti che, invece, dipendono dalla “divina provvidenza che li prevede e li ordina al bene comune”. Per spiegare meglio questo concetto il Salesio, porta il classico esempio delle “avventure” di Giuseppe, undicesimo figlio di Giacobbe, e dice: “Le avventure del patriarca Giuseppe furono ammirevoli per la varietà e per i passaggi da un estremo all’altro. I fratelli che l’avevano venduto per farlo morire restarono attoniti nel vederlo diventato viceré, e temevano grandemente che si risentisse del torto fattogli. Ma no, disse loro, non fu tanto per le vostre trame che io sono stato mandato qua, quanto per disposizione della provvidenza: voi faceste cattivi disegni contro di me, ma Dio li convertì in bene”. Il Nostro commenta: “Vedi Teotimo, il mondo avrebbe chiamato fortuna o caso furtuito quello che Giuseppe chiama disegno della suprema provvidenza, che dispone e riduce tutte le cose al proprio servizio”. Infatti, se i fratelli non avessero venduto Giuseppe, egli non sarebbe mai diventato vice re dell’Egitto e l’intera famiglia di Giacobbe, forse, non sarebbe sopravvissuta alla grande carestia. Ma il piano di Dio, servendosi anche della cattiveria dell’uomo, sa trasformare il male in bene. E il TAD conclude questo capitolo dicendo che “è la stessa cosa per tutto ciò che avviene al mondo”. Il cristiano non crede al fato, al destino o altro. Lasciamo queste cose a chi non sa o non vuole affidarsi a Dio.

Preghiamo

Signore aiutaci a riconoscere il segno della Tua bontà  e della Tua santa Provvidenza in tutto e guida il nostro cuore e la nostra mente a riconoscerti sempre come Padre misericordioso che mai abbandona i suoi figli. Amen

Ed oggi proviamo a ripensare alla nostra vita e agli interventi della Provvidenza in essa. Buona giornata,

PG&PGR