14 Ottobre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

iniziamo oggi l’undicesimo capitolo, sempre del primo libro, al quale Francesco assegna questo titolo: “Come nell’anima ci siano due parti e in che modo”. Per mettere i “puntini sulle i” e non indurci ad assumere le posizioni del “manicheismo” di cui parlerà più avanti. parte da questa affermazione: “Abbiamo soltanto un’anima, ed è indivisibile”. Ma, aggiunge subito che “in quest’anima vi sono diversi gradi di perfezione, poiché è viva, sensibile e ragionevole, e secondo questi diversi gradi ha pure diverse proprietà ed inclinazioni per mezzo delle quali è portata alla fuga o all’unione con le cose”.

1Per spiegare meglio questo concetto viene chiamato in causa il nostro “vecchio amico Plinio” con la sua “Naturalis Historia”. Nel testo si afferma che anche in natura si realizza questo fenomeno: i cavoli non devono essere coltivati in prossimità della vite in quanto la danneggerebbero mentre l’ulivo influisce positivamente su questa. Liberi di crederci o meno! Nell’uomo, che è un essere pensante, continua il Nostro, “questa inclinazione non procede da nessuna conoscenza del danno che può provenire da ciò che è contrario o dell’utilità di ciò verso cui si è inclinati, ma solamente da una proprietà occulta e segreta che produce questa contrarietà ed antipatia insensibile oppure la compiacenza e la simpatia”. Dobbiamo riconoscere che simpatie e antipatie nascono “a pelle” nell’animo umano, ma non è facile riconoscere quale ne sia la ragione. Inoltre, aggiunge, il mondo animale, di cui anche l’uomo è parte, è dotato di “appetito” sensitivo che è la tendenza a soddisfare le proprie necessità e questo “ci spinge alla ricerca o alla fuga di molte cose, secondo la conoscenza sensibile che ne abbiamo, come avviene per gli animali, dei quali alcuni appetiscono una cosa, altri un’altra, e secondo della conoscenza che hanno della loro convenienza o meno. In questo appetito risiede o da esso proviene quell’amore che noi chiamiamo sensitivo o animale, il quale però, se si vuol essere esatti, non dovrebbe essere chiamato amore, ma semplice appetito”. Non ci vuole molto a mettere a fuoco la differenza tra il desiderio di soddisfare qualche necessità e l’amore. Come uomini abbiamo una volontà che ci porta “alla ricerca del bene, nella misura in cui lo conosciamo o giudichiamo sia tale”. Al seguito di Sant’Agostino e dei grandi Dottori della Chiesa sostiene che nella nostra anima, in quanto ragionevole, vi sono due livelli di perfezione, quella inferiore e quella superiore; la prima “procede ed agisce secondo la conoscenza e l’esperienza che le vengono dai sensi”; l’altra, quella superiore, “procede ed agisce seguendo la conoscenza intellettuale (spirituale), e quindi non è fondata sull’esperienza dei sensi, ma sul discernimento e il giudizio dello spirito “per cui questa parte superiore è chiamata comunemente spirito e parte mentale dell’anima, mentre quella inferiore è chiamata ordinariamente senso o sentimento e ragione umana”. Spirito e ragione, discernimento e sentimento non sono in opposizione e fanno parte di un’unica realtà che Dio ha chiamato “uomo”.

Preghiamo

Signore, nonostante la nostra umanità e la nostra fragilità, Tu ci insegni la strada della perfezione. Aiutaci a percorrerla con impegno e perseveranza. Amen

Cerchiamo, oggi, di fare un po’ più di spazio alla “parte superiore” della nostra anima. Buona giornata,

PG&PGR