Carissimi,
dopo la breve pausa riprendiamo il discorso di Francesco di Sales che, nel titolo del capitolo 10 che iniziamo oggi, afferma: “L’unione a cui tende l’amore è spirituale”. Come certamente ricorderete egli terminava il capitolo precedente dicendo che “l’amore non è altro che l’unione dell’amante con la cosa amata”. Ma, esordisce in questo capitolo dicendo che “bisogna fare attenzione perché ci sono delle unioni naturali…e altre che si attuano soltanto per volontà”. Queste ultime possono avere origine “dai benefici che, senza dubbio, uniscono chi li riceve e chi li fa”. Pensiamo, ad esempio, a chi si fa carico di aiutare qualcuno in difficoltà. Ma anche nelle unioni naturali la volontà ha un ruolo molto importante tanto da perfezionare l’amore: “Così padre e figlio, madre e figlia, o due fratelli, essendo uniti tra loro naturalmente per la comunicazione del medesimo sangue, sono spinti da questa unione ad amarsi, e dall’amore sono portati ad un’unione di volontà e di spirito che si può chiamare volontaria, perché, sebbene il suo fondamento sia naturale, il suo agire è volontario” L’amore dunque, anche all’interno della sfera naturale, non è “automatico” ed ha bisogno di essere alimentato dalla volontà di superare eventuali ostacoli che la vita può presentare. Qualche esempio? La diversità di vedute tra generazioni, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle. Quante volte questi rapporti naturali debbono fare i conti con la mancanza di volontà nel ricercare l’armonia, la comprensione, il perdono? In che modo superare questi “scogli”? Semplicemente con il dialogo “che spesso nutre e accresce l’amore”. Lo stesso discorso è valido per l’amore nuziale; aggiunge il Salesio: “L’amore fa desiderare l’unione nuziale e tale unione conserva ed aumenta l’amore: per cui si può veramente affermare in tutti i sensi che l’amore tende all’unione”. Ma, si chiede il Nostro: “A che genere di unione tende?”. Ed ecco la sua risposta: “Non hai notato, Timoteo, che il desiderio della sacra Sposa è di unirsi allo Sposo mediante il bacio, e che il bacio rappresenta l’unione spirituale che si realizza con la reciproca comunicazione delle anime? Senza dubbio è l’uomo che ama, ma ama con la volontà e per conseguenza il fine del suo amore è della stessa natura della volontà; ma la sua volontà è spirituale, quindi anche l’unione a cui aspira il suo amore è spirituale; tanto più che il cuore, sede e sorgente dell’amore, unendosi a cose corporali, non solo non acquisterebbe nuova perfezione, ma ne sarebbe svilito”. Questa, riconosce l’Autore, non è verità assoluta in quanto non si può negare che ci sia qualche passione nell’uomo che spesso nasce dall’amore “come il vischio cresce sugli alberi sotto forma di secrezione…Tuttavia tali passioni non vanno confuse con l’amore né con parte di esso…e non solo non giovano a conservare e perfezionare l’amore ma, al contrario, gli sono di grande danno, lo fiaccano, e alla fine, se non vengono stroncate, lo rovinano completamente”. Una affermazione severa quella di Francesco, ma terribilmente vera. Domani ce ne darà, in modo più chiaro, la spiegazione.
Preghiamo
Padre buono, verso di noi Tu sei un amante appassionato e follemente innamorato. Rendi il nostro cuore docile e sempre più bisognoso di questo Tuo amore. Amen
Ed oggi? Qualche “follia d’amore divino” in più. Buona giornata,
PG&PGR