Carissimi,
“Dato che la fede è una sola, deve essere confessata in tutta la sua purezza e integrità”. Tutto ciò che riguarda la fede è strettamente collegato e i vari “articoli” devono essere accolti così come la Chiesa ce li presenta. Pensiamo a tutto ciò che professiamo nel Credo. Possiamo illuderci di essere cristiani autentici togliendo o mettendo in dubbio qualche cosa? Potremmo fare qui una similitudine riferita al nostro corpo: esistono membra, organi o sensi di cui si possa fare a meno senza che tutto il corpo ne risenta? Per questo è importante che ognuno “vigili” sul suo corpo. La stessa cosa fa la Chiesa vigilando sulla trasmissione della fede (Cfr 1Tim 6,20) “perché si insista opportunamente su tutti gli aspetti della confessione di fede”. Tornando all’immagine del corpo, la L.F. afferma: “L’unità della fede è dunque quella di un organismo vivente, come ha ben rilevato il beato John Henry Newman quando enumerava, tra le note caratteristiche per distinguere la continuità della dottrina nel tempo, il suo potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra, tutto purificando e portando alla sua migliore espressione. La fede si mostra così universale, cattolica, perché la sua luce cresce per illuminare tutto il cosmo e tutta la storia.[48] La fede, lo ripetiamo spesso nelle omelie, non ammette sconti! Arriviamo così alla conclusione del Terzo capitolo e il Papa riprende il discorso della successione apostolica e del Magistero che, come ricorderete, insieme alla Parola di Dio e alla Tradizione, costituisce il cardine della fede. Proprio in forza della successione apostolica, che è dono di Dio alla Chiesa, “risulta garantita la continuità della memoria della Chiesa ed è possibile attingere con certezza alla fonte pura da cui la fede sorge”. Il Signore Gesù ha dato a Pietro (ed ai suoi successori) il potere di “legare e sciogliere” (Cfr. Mt 16,19) e prima di tornare al Padre ha affidato al collegio apostolico la trasmissione della fede (Cfr. Mt 28, 16-20); questa missione oggi è affidata al Magistero della Chiesa che “parla sempre in obbedienza alla Parola originaria su cui si basa la fede ed è affidabile perché si affida alla Parola che ascolta, custodisce ed espone. Nel discorso di addio agli anziani di Efeso, a Mileto, raccolto da san Luca negli Atti degli Apostoli, san Paolo testimonia di aver compiuto l’incarico affidatogli dal Signore di annunciare « tutta la volontà di Dio » (At 20,27). È grazie al Magistero della Chiesa che ci può arrivare integra questa volontà, e con essa la gioia di poterla compiere in pienezza.[49] In forza della nostra fede dobbiamo essere certi che ciò che la Chiesa ci invita a credere, non è volontà di uomini né, tanto meno, speculazioni astratte, ma risponde a quella Verità che il Signore Gesù stesso ha chiesto di trasmettere all’uomo credente di tutti i tempi e per il quale ha pregato durante l’ultima cena (Cfr. Gv 17,20). A sostegno di quanto è stato detto finora Egli stesso afferma: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»(Mt 24,35 e passi paralleli).
Oggi è la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù…Quella di San Giovanni Battista è posticipata a domani. Preghiamo dunque con le parole della Liturgia
O Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del tuo amore per noi, fa’ che da questa fonte inesauribile attingiamo l’abbondanza dei tuoi doni. Amen
Ed oggi, qualora ve ne fosse bisogno, rivediamo le nostre posizioni rispetto alle Verità di fede. Buona giornata,
PG&PGR