Carissimi,
“La trasmissione della fede avviene in primo luogo attraverso il Battesimo”. Questo è ciò che afferma il numero 41 della L.F. Certo che, guardando la realtà delle nostre Parrocchie, sarebbe stato meglio usare il condizionale “dovrebbe avvenire”. Ed in effetti, subito dopo aggiunge: “Potrebbe sembrare che il Battesimo sia solo un modo per simbolizzare la confessione di fede, un atto pedagogico per chi ha bisogno di immagini e gesti, ma da cui, in fondo, si potrebbe prescindere”. Per molte famiglie, oggi, il Battesimo dei figli è un “qualcosa” che si deve fare perché…si è sempre fatto così. Ma l’essenza del Bttesimo, non la “cerimonia” con festa annessa, è ben altra cosa come dice San Paolo nella Lettera ai Romani (6,4): “« per mezzo del battesimo siamo […] sepolti insieme a Cristo nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova»” Quanti genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli sono effettivamente convinti di questo? A questa loro convinzione “poco convinta” è chiamata a supplire la fede della Chiesa: “Nel Battesimo diventiamo nuova creatura e figli adottivi di Dio. L’Apostolo afferma poi che il cristiano è stato affidato a una “forma di insegnamento” (typos didachés), cui obbedisce di cuore (cfr Rm 6,17). Nel Battesimo l’uomo riceve anche una dottrina da professare e una forma concreta di vita che richiede il coinvolgimento di tutta la sua persona e lo incammina verso il bene. Viene trasferito in un ambito nuovo, affidato a un nuovo ambiente, a un nuovo modo di agire comune, nella Chiesa”. E’ Questa che, come madre, se ne assume la responsabilità incorporando a sé nuovi figli. [Cfr. 41] E’ la Chiesa che, nell’atto del Battesimo, invoca la Santissima Trinità con la formula “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Quello stesso Dio che ha chiamato Abramo, che ha rivelato il suo nome a Mosè e che “nel consegnarci suo Figlio ci ha rivelato pienamente il mistero del suo Nome, dona al battezzato una nuova identità filiale”. Come tutti sappiamo la materia del Battesimo è l’acqua che è “allo stesso tempo, simbolo di morte, che ci invita a passare per la conversione dell’”io”, in vista della sua apertura a un “Io” più grande; ma è anche simbolo di vita, del grembo in cui rinasciamo seguendo Cristo nella sua nuova esistenza”. Si muore al peccato e si risorge con Cristo a vita nuova e Lui entra a far parte della nostra realtà personale “trasformandoci radicalmente, rendendoci figli adottivi di Dio, partecipi della natura divina; modifica così tutti i nostri rapporti, la nostra situazione concreta nel mondo e nel cosmo, aprendoli alla sua stessa vita di comunione”. Nel discorso sul Battesimo il Papa rivolge una attenzione particolare al catecumenato e cioè a quel percorso che prepara gli adulti al Battesimo e che trasformerà la loro esistenza. Pone poi una domanda: “Come comprendere la connessione tra Battesimo e fede?” E per fornirci anche la risposta chiama a testimone il profeta Isaia: “Ci può essere di aiuto ricordare un testo del profeta Isaia, che è stato associato al Battesimo nell’antica letteratura cristiana: « Fortezze rocciose saranno il suo rifugio […] la sua acqua sarà assicurata » (Is 33,16). Il battezzato, riscattato dall’acqua della morte, poteva ergersi in piedi sulla “roccia forte”, perché aveva trovato la saldezza cui affidarsi. Così, l’acqua di morte si è trasformata in acqua di vita. Il testo greco la descriveva come acqua pistós, acqua “fedele”. L’acqua del Battesimo è fedele perché ad essa ci si può affidare, perché la sua corrente immette nella dinamica di amore di Gesù, fonte di sicurezza per il nostro cammino nella vita”.[42] Questa è la risposta della fede…Ma quale è effettivamente quella dei cristiani del Terzo millennio?
Preghiamo oggi con questa semplicissima invocazione: Signore ravviva in tutti noi la grazia del Battesimo. Amen
Buona giornata,
PG&PGR