Carissimi, vicini e lontani,
iniziamo oggi questa nuova avventura in compagnia di Papa Francesco, con la ri-lettura dell’Enciclica “Lumen fidei” (La luce della fede) che abbrevieremo con la sigla ufficiale L.F. Come già abbiamo fatto con l’Esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” i numeri tra parentesi quadra indicano il numero corrispondente nel documento ufficiale; questo per chi avesse voglia di consultarlo. Ed ora, senza indugiare oltre, cominciamo dal capitolo introduttivo: “La luce della fede: con quest’espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: « Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre » (Gv 12,46). Anche san Paolo si esprime in questi termini: « E Dio, che disse: “Rifulga la luce dalle tenebre”, rifulge nei nostri cuori » (2 Cor 4,6)”. Se ripercorriamo la storia del Popolo eletto ci accorgiamo che nessuno dei Patriarchi, dei Profeti e nemmeno dei grandi sovrani, ha mai definito se stesso come “luce”. Solo quel “rabbi” sconosciuto, venuto da Nazaret, un piccolo centro insignificante e malfamato agli occhi dei Giudei, ha “osato” tanto. Il vecchio Simeone, pieno di Spirito Santo, infatti, lo indicherà come “luce per illuminare le genti (Lc 2,32) e San Giovanni, nel suo Prologo dirà, riferendosi al Signore Gesù, “veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). E’ importante sottolineare che la “fame” di luce aveva fatto sentire i suoi morsi anche nel mondo pagano. Dice infatti il Papa: “Nel mondo pagano, affamato di luce, si era sviluppato il culto al dio Sole, Sol invictus, invocato nel suo sorgere. Anche se il sole rinasceva ogni giorno, si capiva bene che era incapace di irradiare la sua luce sull’intera esistenza dell’uomo. Il sole, infatti, non illumina tutto il reale, il suo raggio è incapace di arrivare fino all’ombra della morte, là dove l’occhio umano si chiude alla sua luce”. E riportando la testimonianza del martire San Giustino aggiunge: «Per la sua fede nel sole — afferma san Giustino Martire — non si è mai visto nessuno pronto a morire»”. Per questo motivo, continua il Pontefice: “Consapevoli dell’orizzonte grande che la fede apriva loro, i cristiani chiamarono Cristo il vero sole, « i cui raggi donano la vita »”. La fede, quella vera, ha il potere di illuminare la nostra vita e di alimentare la speranza. Gesù dice a Marta, che piange per la morte del fratello Lazzaro: « Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?»(Gv 11,40). Chi crede, vede; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo risorto, stella mattutina che non tramonta”.[1] Torniamo, con la mente, a ciò che cantiamo ogni anno nell’Annuncio Pasquale della Veglia! Ma nonostante tutto, secondo alcuni, la luce di Cristo è illusoria. E’ proprio vero quello che asserisce il Salmo 49 al versetto 13: “L’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono”. Prendendo in considerazione la presunta illusorietà della fede la L.F. sottolinea: “Eppure, parlando di questa luce della fede, possiamo sentire l’obiezione di tanti nostri contemporanei. Nell’epoca moderna si è pensato che una tale luce potesse bastare per le società antiche, ma non servisse per i nuovi tempi, per l’uomo diventato adulto, fiero della sua ragione, desideroso di esplorare in modo nuovo il futuro. In questo senso, la fede appariva come una luce illusoria, che impediva all’uomo di coltivare l’audacia del sapere”. Alcune correnti di pensiero del XX secolo, influenzate da Nietzsche, criticheranno il cristianesimo e la stessa fede facendoli falsamente apparire come un freno allo sviluppo dell’uomo: “Il giovane Nietzsche invitava la sorella Elisabeth a rischiare, percorrendo « nuove vie…, nell’incertezza del procedere autonomo ». E aggiungeva: « A questo punto si separano le vie dell’umanità: se vuoi raggiungere la pace dell’anima e la felicità, abbi pur fede, ma se vuoi essere un discepolo della verità, allora indaga ». Il credere si opporrebbe al cercare. A partire da qui, Nietzsche svilupperà la sua critica al cristianesimo per aver sminuito la portata dell’esistenza umana, togliendo alla vita novità e avventura. La fede sarebbe allora come un’illusione di luce che impedisce il nostro cammino di uomini liberi verso il domani”. [2] Possiamo solo aggiungere che queste correnti di pensiero hanno perso, strada facendo, il loro peso; il messaggio di Gesù Cristo, luce del mondo, sarà eterno.
Preghiamo
Signore, continua a mandare il Tuo Santo Spirito per illuminare il cuore dei credenti e fa’ che gli uomini e le donne del nostro tempo non si perdano nel buio del rifiuto del Tuo Amore. Amen
Ed oggi facciamo risplendere la luce del Signore attraverso il nostro credere e operare. Buona giornata,
PG&PGR
IMPORTANTE NOVITA’:
Per poter terminare il documento entro la fine di questo mese, non usufruiremo, come abbiamo fatto finora, del “riposo domenicale”…né noi, né voi…!