Carissimi,
dove sta scritto che Dio Padre chiede solo sacrifici a noi suoi figli? Molte persone la pensano in questo modo, ma la G.E. dice, citando il libro del Siracide: “Il suo amore paterno ci invita: «Figlio, […] trattati bene […]. Non privarti di un giorno felice» (Sir 14,11.14)”. E di seguito aggiunge, con nostra esultanza: “Ci vuole positivi, grati e non troppo complicati: «Nel giorno lieto sta’ allegro […]”. Il problema è che, nonostante questi inviti, facciamo fatica ad “essere positivi”, a guardare alla nostra esistenza con occhi di speranza, con spirito allegro. Certamente le cose negative e le conseguenti preoccupazioni non mancano, ma non possiamo permettere che queste soffochino quelle positive. Rileggendo insieme la Filotea, qualche tempo fa, abbiamo avuto modo di constatare quanto anche Francesco di Sales abbia a cuore l’ottimismo e la semplicità. Continua: “Dio ha creato gli esseri umani retti, ma essi vanno in cerca di infinite complicazioni» (Qo 7,14.29)”. Spesso tali complicazioni hanno origine da fattori esterni, pensate alla burocrazia che rende difficoltose anche le cose più semplici…, ma altrettanto spesso siamo noi a complicarci la vita. Prosegue: “In ogni situazione, occorre mantenere uno spirito flessibile, e fare come san Paolo: «Ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione» (Fil 4,11)”. Anche a voi sarà capitato di ascoltare i racconti dei “nostri vecchi” riguardanti la semplicità di “altri tempi”, quando bastava poco per essere felici, per divertirsi, per passare qualche ora serena ed essere riconoscenti alla Provvidenza. Francesco papa, ci offre un bellissimo esempio: “E’ quello che viveva san Francesco d’Assisi, capace di commuoversi di gratitudine davanti a un pezzo di pane duro, o di lodare felice Dio solo per la brezza che accarezzava il suo volto. [127] Per chiarire maggiormente il suo pensiero, nel numero successivo, il Pontefice puntualizza: “Non sto parlando della gioia consumista e individualista così presente in alcune esperienze culturali di oggi. Il consumismo infatti non fa che appesantire il cuore; può offrire piaceri occasionali e passeggeri, ma non gioia”. Se ben ricordate, San Francesco di Sales, parlando dei “passatempi” diceva più o meno la stessa cosa. Questa sezione dedicata alla gioia e al senso dell’umorismo si conclude con queste parole: “Mi riferisco piuttosto a quella gioia che si vive in comunione, che si condivide e si partecipa, perché «si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35) e «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7). L’amore fraterno moltiplica la nostra capacità di gioia, poiché ci rende capaci di gioire del bene degli altri: «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia» (Rm 12,15). «Ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti» (2 Cor 13,9). Invece, se «ci concentriamo soprattutto sulle nostre necessità, ci condanniamo a vivere con poca gioia».[128] Non ci accada questo! Francesco di Sales, concludendo il decimo capitolo della terza parte di Filotea ci ha invitato a volgere lo sguardo verso Dio in tutte le nostre necessita “così Dio lavorerà con te, in te e per te e il tuo lavoro sarà accompagnato dalla gioia”.
Preghiamo
Signore stai con noi in ogni mostra occupazione, nel lavoro, nella difficoltà, nella gioia. Facci assaporare la vera letizia per sentirci sostenuti, accompagnati protetti e amati da Te, sempre. Amen
Ed oggi, un po’ più di spirito e di gioia in ciò che faremo. Buona giornata,
PG&PG