28 Maggio 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

senz’altro ricorderete il titolo di quest’ultimo capitolo della G.E. “Combattimento, vigilanza e discernimento”. Dopo averci parlato della “lotta continua” che il cristiano è chiamato a sostenere contro lo spirito del male, della vigilanza contro il rischio della sfiducia e della corruzione spirituale, Papa Francesco affronta il tema del discernimento cioè la facoltà di riuscire a comprendere qualcosa, o qualcuno, con sufficiente chiarezza e agire in funzione del bene. Anche in ambito ecclesiale il discernimento è molto importante: “Come sapere se una cosa viene dallo Spirito Santo o se deriva dallo spirito del mondo o dallo spirito del diavolo”? Per quanto intelligente l’uomo rimane un essere limitato e fallibile e deve quindi chiedere l’aiuto di Dio: “L’unico modo è il discernimento, che non richiede solo una buona capacità di ragionare e di senso comune, è anche un dono che bisogna chiedere. Se lo chiediamo con fiducia allo Spirito Santo, e allo stesso tempo ci sforziamo di coltivarlo con la preghiera, la riflessione, la lettura e il buon consiglio, sicuramente potremo crescere in questa capacità spirituale.[166] E’ lo Spirito che illumina chi si rivolge a Lui con fiducia e speranza.  Al giorno d’oggi, continua il Papa “l’attitudine al discernimento è diventata particolarmente necessaria. Infatti la vita attuale offre enormi possibilità di azione e di distrazione e il mondo le presenta come se fossero tutte valide e buone”. La mentalità del mondo è senz’altro più appetibile, più attraente di quella che ci propone il Vangelo e se ripensiamo alla Beatitudini questa disparità ci appare subito evidente. Aggiunge, saggiamente Sua Santità: “Tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante. È possibile navigare su due o tre schermi simultaneamente e interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali”.Tante volte ci capita di ascoltare i giovani: fanno fatica a distinguere tra il reale e il virtuale, a capire che la vita non è un gioco a va presa sul serio, che per essere felici non serve avere l’ultimo modello di smartphone o qualche capo di abbigliamento firmato. Prosegue: “Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento”.[167] Noi preti, i genitori, gli educatori siamo chiamati, per primi, ad aiutarli a crescere a non permettere che cadano nell’inganno di una vita dove tutto è permesso perché “bello, nuovo, attraente”. Il numero che segue, che citiamo integralmente, deve aiutarci a riflettere profondamente: “Questo risulta particolarmente importante quando compare una novità nella propria vita, e dunque bisogna discernere se sia il vino nuovo che viene da Dio o una novità ingannatrice dello spirito del mondo o dello spirito del diavolo. In altre occasioni succede il contrario, perché le forze del male ci inducono a non cambiare, a lasciare le cose come stanno, a scegliere l’immobilismo e la rigidità, e allora impediamo che agisca il soffio dello Spirito. Siamo liberi, con la libertà di Gesù, ma Egli ci chiama a esaminare quello che c’è dentro di noi – desideri, angustie, timori, attese – e quello che accade fuori di noi – i “segni dei tempi” – per riconoscere le vie della libertà piena: «Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono»(1 Ts 5,21)”.[168]

Preghiamo

Signore, con la forza del Tuo Spirito insegnaci ad insegnare. Infondi nei genitori, negli educatori, in noi preti, la sapienza del cuore che sa ascoltare e guidare. Amen

Ed oggi, se possiamo, rileggiamoci le Beatitudini (Mt 5,1-12). Buona giornata e buona Solennità dell’Ascensione del Signore,

PG&PGR