Carissimi,
quanto abbiamo detto sabato scorso, evidentemente, non intende declassare il nostro rapporto personale con Dio e la giusta adorazione che gli dobbiamo. I santi di ogni epoca hanno sempre attinto forza e coraggio da un personale e profondo dialogo con Dio, e non poteva essere altrimenti. Nel numero successivo il Pontefice afferma: “Se veramente riconosciamo che Dio esiste, non possiamo fare a meno di adorarlo, a volte in un silenzio colmo di ammirazione, o di cantare a Lui con lode festosa”. Quel “se”, in verità, ci preoccupa e ci interroga: ma io credo veramente nel Dio che Cristo ci ha rivelato? Andiamo avanti: “Così esprimiamo ciò che viveva il beato Charles de Foucauld (canonizzato domenica 15 maggio – n.d.r.) quando disse: «Appena credetti che c’era un Dio, compresi che non potevo fare altrimenti che vivere solo per Lui»”. Chi conosce un po’ questo nuovo santo sa bene che, pur essendo battezzato, non ha vissuto una giovinezza proprio esemplare e solo verso i trent’anni ha scoperto la sua vera vocazione: donare la sua vita a Dio e ai fratelli. Come Popolo di Dio, pellegrinante su questa terra, continua il Papa, abbiamo bisogno di riscoprire “gesti semplici di pura adorazione, come ad esempio quando «lo sguardo del pellegrino si posa su un’immagine che simboleggia la tenerezza e la vicinanza di Dio. L’amore si ferma, contempla il mistero, lo gusta in silenzio».[155] Una attenzione particolare deve essere riservata alla Parola di Dio che illumina, incoraggia e stimola la nostra fede: “La lettura orante della Parola di Dio, più dolce del miele (cfr Sal 119,103) e «spada a doppio taglio» (Eb 4,12), ci permette di rimanere in ascolto del Maestro affinché sia lampada per i nostri passi, luce sul nostro cammino (cfr Sal 119,105). Come ci hanno ben ricordato i Vescovi dell’India, «la devozione alla Parola di Dio non è solo una delle tante devozioni, una cosa bella ma facoltativa. Appartiene al cuore e all’identità stessa della vita cristiana. La Parola ha in sé la forza per trasformare la vita»”.[156] Quante vite “sbagliate” sono state trasformate dalla Parola di Dio! La Storia della Salvezza e la Storia della Chiesa pullulano di personaggi che hanno avuto il coraggio di invertire la rotta per mettersi alla sequela del Cristo. Ma, dobbiamo aggiungere, che la lettura orante della Parola di Dio ci conduce a fare un ulteriore passo in avanti. E’ quello che ci propone la G.E. alla conclusione di questo quarto capitolo: “L’incontro con Gesù nelle Scritture ci conduce all’Eucaristia, dove la stessa Parola raggiunge la sua massima efficacia, perché è presenza reale di Colui che è Parola vivente. Lì l’unico Assoluto riceve la più grande adorazione che si possa dargli in questo mondo, perché è Cristo stesso che si offre. E quando lo riceviamo nella comunione, rinnoviamo la nostra alleanza con Lui e gli permettiamo di realizzare sempre più la sua azione trasformante”. [157] Forse in questa vita non riusciremo mai a comprendere pienamente la bontà di un Dio che, non solo viene a stare in mezzo al suo popolo, ma dentro di noi in modo reale…un Dio che si fa mangiare…!
Preghiamo con le parole della liturgia
Signore Gesù Cristo che nel mirabile sacramento dell’Eucarestia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Amen.
Ed oggi, entrando in qualche chiesa, o anche in casa, fermiamoci qualche istante di più a meditare questo grande dono. Buona giornata,
PG&PGR