19 Maggio 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi

nel discorso ai partecipanti a V Convegno nazionale della Chiesa Cattolica (Firenze 10 nov. 2015), il Papa ricordava che “ «è la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo»”. Non possiamo trascurare il fatto che forte è la tentazione di “costruirci” un cristianesimo fatto su misura e modellato secondo le nostre umane esigenze. Rivolgendosi ad ognuno di noi, con un dire molto rispettoso, il Pontefice continua: “Dunque mi permetto di chiederti: ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con Lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? Lasci che il suo fuoco infiammi il tuo cuore? Se non permetti che Lui alimenti in esso il calore dell’amore e della tenerezza, non avrai fuoco, e così come potrai infiammare il cuore degli altri con la tua testimonianza e le tue parole?” Domande che ci devono coinvolgere pienamente, quasi “toglierci il sonno”. Senza dubbio i primi a sottoporci a questi interrogativi siamo noi preti… Prosegue citando il discordo di San Bernardo sul Cantico dei Cantici: “E se davanti al volto di Cristo ancora non riesci a lasciarti guarire e trasformare, allora penetra nelle viscere del Signore, entra nelle sue piaghe, perché lì ha sede la misericordia divina”. [151] Grazie Santità per questa ultima sollecitazione che ci è di conforto… Permettici di estenderla ad ognuno di noi in quanto tutti, e sottolineiamo TUTTI, abbiamo bisogno di misericordia.  Nel numero successivo, Francesco papa, cita un testo molto conosciuto che ci dà la possibilità di riflettere sul come mantenerci in preghiera senza trascurare ciò che ci circonda. Non per “essere di parte”, ma  San Francesco di Sales lo aveva già fatto nella Filotea. Citando i “Racconti di un pellegrino russo” il Santo Padre aggiunge: “Prego tuttavia che non intendiamo il silenzio orante come un’evasione che nega il mondo intorno a noi. Il “pellegrino russo”, che camminava in preghiera continua, racconta che quella preghiera non lo separava dalla realtà esterna: «Se mi capitava di incontrare qualcuno, tutte quelle persone senza distinzione mi parevano altrettanto amabili che se fossero state della mia famiglia. […] Non solo sentivo questa luce dentro la mia anima, ma anche il mondo esterno mi appariva bellissimo e incantevole».[152] In fondo la preghiera “continua” di quest’uomo era molto semplice: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”, e il suo ripeterla in continuazione, addirittura ritmandola col battito cardiaco, non lo distoglieva dal resto, da quello che lo circondava e dalle persone che incontrava sul cammino, ma lo aiutava ad essere sempre in compagnia del Signore affidandosi in tutto al suo amore misericordioso che sa trasformare in “bellissimo e incantevole” anche il mondo…il nostro mondo che non trova pace.

Preghiamo

Signore, insegnaci a stare sempre alla Tua presenza, ad avere il cuore aperto al Tuo amore, ad immergerci in esso per testimoniarlo in modo più credibile ai nostri fratelli e sorelle. Amen.

Ed oggi, proviamo a ripetere più volte la preghiera del Pellegrino russo. Buona giornata,

PG&PGR