Carissimi,
celebrando ieri la Domenica delle Palme, abbiamo iniziato la Settimana Santa che ci porta a rivivere il mistero della Morte e Risurrezione del Signore; non facciamocela “scivolare” addosso e non riduciamola ad un mero ricordo liturgico: è un Mistero che deve coinvolgerci fino in fondo…e lasciamoci trasformare da Lui.
La nuova sezione che iniziamo oggi ha questo titolo: “Le ideologie che mutilano il cuore del Vangelo” e il Papa inizia col mettere in evidenza quelle delle quali cadono vittime anche i cristiani. Dice: “Purtroppo a volte le ideologie ci portano a due errori nocivi. Da una parte, quello dei cristiani che separano queste esigenze del Vangelo dalla propria relazione personale con il Signore, dall’unione interiore con Lui, dalla grazia. Così si trasforma il cristianesimo in una sorta di ONG, privandolo di quella luminosa spiritualità che così bene hanno vissuto e manifestato san Francesco d’Assisi, san Vincenzo de Paoli, santa Teresa di Calcutta e molti altri. A questi grandi santi né la preghiera, né l’amore di Dio, né la lettura del Vangelo diminuirono la passione e l’efficacia della loro dedizione al prossimo, ma tutto il contrario”.[100] Francesco di Sales, parlando delle scelte necessarie per vivere le virtù, attraverso la Filotea, ci aveva detto: “Ci sono, a dire il vero, delle virtù che hanno un impiego quasi universale, per cui, non soltanto non devono essere praticate separatamente, ma anzi devono arricchire delle loro qualità gli atti di tutte le altre virtù.” Non dimentichiamo che alle suore della Visitazione aveva chiesto di impegnare alcune ore della giornata per il servizio dei poveri. “Per contro – continua il Vescovo di Roma – “Nocivo e ideologico è anche l’errore di quanti vivono diffidando dell’impegno sociale degli altri, considerandolo qualcosa di superficiale, mondano, secolarizzato, immanentista, comunista, populista. O lo relativizzano come se ci fossero altre cose più importanti o come se interessasse solo una determinata etica o una ragione che essi difendono”. Torna, in questo ultimo passaggio, il riferimento al “relativismo”, soprattutto quello etico, secondo il quale non può esistere alcuna morale universale; in parole povere: è giusto quello che io ritengo giusto! Affronta poi un argomento doloroso: “La difesa dell’innocente che non è nato, per esempio, deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra, e lo esige l’amore per ogni persona al di là del suo sviluppo”. La difesa dell’innocente non ancora nato dovrebbe essere per tutti, non solo per i cristiani, un impegno forte, coraggioso, indiscutibile. Similmente dovrebbe essere quello della difesa della sacralità dell’essere umano “in tutte le sue fasi, fino alla morte e dopo la morte”. Citando in nota il “Documento di Aparecida (29 giugno 2007) dei Vescovi Latino-americani, il Santo Padre afferma: “Ugualmente sacra è la vita dei poveri che sono già nati, che si dibattono nella miseria, nell’abbandono, nell’esclusione, nella tratta di persone, nell’eutanasia nascosta dei malati e degli anziani privati di cura, nelle nuove forme di schiavitù, e in ogni forma di scarto. Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo, dove alcuni festeggiano, spendono allegramente e riducono la propria vita alle novità del consumo, mentre altri guardano solo da fuori e intanto la loro vita passa e finisce miseramente”.[101] Il cristiano non può ignorare tali ingiustizie, Non si può pregare Dio e lasciare fuori del proprio cuore chi soffre. Se ci lasciamo prendere da un cristianesimo che si limita alla sola relazione personale, quasi egoistica, con Dio, rischiamo di ingannare noi stessi.
Preghiamo
Signore, anche nei momenti di intimità con Te, non permettere al nostro cuore e alla nostra mente di dimenticare i tanti nostri fratelli e sorelle condannati dalla nostra società ad una vita “scartata”. Amen
Ed oggi impegniamoci nel trasformare la nostra preghiera in azione. Buona giornata,
PG&PGR