Carissimi,
la ragione umana, per quanto illuminata, non può, proprio perché “umana”, non avere dei limiti e questo, soprattutto, quando si parla “delle cose di Dio”. Al numero 43 Papa Francesco dice: “Noi arriviamo a comprendere in maniera molto povera la verità che riceviamo dal Signore. E con difficoltà ancora maggiore riusciamo ad esprimerla. Perciò non possiamo pretendere che il nostro modo di intenderla ci autorizzi a esercitare un controllo stretto sulla vita degli altri”. La prima comunità cristiana, e San Paolo in prima persona, hanno dovuto “lottare” con questa mentalità che alcuni fratelli, ancora legati e dipendenti dai precetti della Legge, volevano far prevalere. Gesù dirà di non essere venuto ad abolire la Legge, ma a perfezionarla, a renderla più spirituale, più vicina all’uomo senza allontanarsi dal pensiero di Dio (Cfr Mt 5,17). Riprendendo poi il pensiero della sua precedente Esortazione Apostolica, la “Evangelii gaudium” (La gioia del Vangelo), del 2013, il Papa sottolinea che in seno alla Chiesa vi sono innumerevoli questioni intorno alle quali si ricerca e si riflette con grande libertà e le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, quando si lasciano guidare dallo Spirito Santo nel rispetto e nell’amore, possono far crescere la Chiesa. Infatti, tornando alla G.E. leggiamo: “Voglio ricordare che nella Chiesa convivono legittimamente modi diversi di interpretare molti aspetti della dottrina e della vita cristiana che, nella loro varietà, «aiutano ad esplicitare meglio il ricchissimo tesoro della Parola»”. Questo, evidentemente, quando “i diversi modi di interpretare la dottrina”, restano nei limiti delle Verità di fede. E queste non vengono minimamente intaccate dai cambiamenti dei linguaggi, delle azioni cultuali e dalle…abitudini. Il Papa aggiunge, ci sembra con una certa preoccupazione: “Certo, «a quanti sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature, ciò può sembrare un’imperfetta dispersione»”. Forse ad alcuni sostenitori di tale monolitismo sfugge che il Vangelo è una grande scuola di semplicità e di concretezza, tanto che “alcune correnti gnostiche hanno disprezzato la semplicità così concreta del Vangelo e hanno tentato di sostituire il Dio trinitario e incarnato con una Unità superiore in cui scompariva la ricca molteplicità della nostra storia”. [43]
Se torniamo agli scritti del Nuovo Testamento, ed in particolare alla predicazione di San Paolo rivolta ai pagani e di San Pietro rivolta ai Giudei, possiamo renderci ben conto che la diversità nell’unità è stata, è, e sarà sempre una grande ricchezza per la Chiesa.
Preghiamo
Signore, donaci una fede semplice, concreta, solida, fatta di gesti accoglienti e fraterni anche verso coloro che non la pensano come noi, ma che cercano egualmente di rendere gloria al Tuo nome. Amen
Ed oggi, potremmo cercare di essere meno inflessibili? Buona giornata e non stanchiamoci di pregare per la pace.
PG&PGR