Carissimi,
oggi iniziamo il terzo capitolo della “Gaudete et exsultate” che Papa Francesco intitola “Alla luce del Maestro”: è un invito a rivedere la nostra vita per poter rispondere in modo più consapevole ed evangelico alla vocazione alla santità. Egli esordisce dicendo che“ci possono essere molte teorie su cosa sia la santità, abbondanti spiegazioni e distinzioni”. Nell’arco dei secoli tanti teologi, dottori e maestri hanno affrontato, nei loro scritti, questo tema, ma il modo migliore è sempre quello di “ritornare alla Fonte”. Continua, infatti: “Tale riflessione potrebbe essere utile, ma nulla è più illuminante che ritornare alle parole di Gesù e raccogliere il suo modo di trasmettere la verità. Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini (cfr Mt 5,3-12; Lc 6,20-23). Esse sono come la carta d’identità del cristiano”. Quante volte ci avete sentito dire che il “Discorso della Montagna” è il “Manifesto” del cristianesimo, la “Magna Carta” per una esistenza capace di andare al di là della realtà visibile e le “Beatitudini” ne sono il cardine: “Se qualcuno di noi si pone la domanda: “Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”, la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini. In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita”.[63] Non è certamente cosa da poco, ma ci incoraggia quel sostantivo “quotidiano” che non presume doti particolari, se non il coraggio di aspirare alla “vera devozione”. In pratica è l’intento della Filotea. In poche righe, poi, il Papa sintetizza il concetto di “beato”: “La parola “felice” o “beato” diventa sinonimo di “santo”, perché esprime che la persona fedele a Dio e che vive la sua Parola raggiunge, nel dono di sé, la vera beatitudine”.[64] La parola chiave, o meglio, il concetto chiave dei prossimi numeri, fino al 94, è “CONTROCORRENTE” che costituisce la sfida di chi si “ribella” ad una certa mentalità comune, quella del “mondo”. Il testo dice: “Nonostante le parole di Gesù possano sembrarci poetiche, tuttavia vanno molto controcorrente rispetto a quanto è abituale, a quanto si fa nella società; e, anche se questo messaggio di Gesù ci attrae, in realtà il mondo ci porta verso un altro stile di vita. Le Beatitudini in nessun modo sono qualcosa di leggero o di superficiale; al contrario, possiamo viverle solamente se lo Spirito Santo ci pervade con tutta la sua potenza e ci libera dalla debolezza dell’egoismo, della pigrizia, dell’orgoglio”. [65] In fondo sono questi i “crismi” di chi vive secondo la mentalità mondana. Scriveva San Francesco di Sales: “Considera la sventura del mondo…vive come se fosse stato creato soltanto per costruire case, piantare alberi, accumulare ricchezze e fare pazzie”. Francesco, papa, conclude questa breve “introduzione” con un caldo invito rivolto a tutti noi: “Torniamo ad ascoltare Gesù, con tutto l’amore e il rispetto che merita il Maestro. Permettiamogli di colpirci con le sue parole, di provocarci, di richiamarci a un reale cambiamento di vita. Altrimenti la santità sarà solo parole. Ricordiamo ora le singole Beatitudini nella versione del vangelo di Matteo (cfr 5,3-12)”.[66]. Prepariamoci dunque a meditare le parole di Gesù e a calarci in una realtà vista con occhi diversi.
Preghiamo
Padre che inviti ad essere santi come Tu sei Santo, volgi il Tuo sguardo misericordioso su ognuno di noi e guidaci nel nostro andare controcorrente per le vie del mondo nel quale ci chiami ad essere Tuoi testimoni. Amen
Ed allora, da oggi, forza sui remi! Buona giornata,
PG&PGR