Carissimi,
“I nuovi pelagiani” è il sottotitolo che raccoglie i prossimi tre numeri della G.E. Ma chi sono in definitiva e come questo “pelagianesimo” si manifesta? Il documento ci illumina: “Ci sono ancora dei cristiani che si impegnano nel seguire un’altra strada: quella della giustificazione mediante le proprie forze, quella dell’adorazione della volontà umana e della propria capacità, che si traduce in un autocompiacimento egocentrico ed elitario privo del vero amore”. Non vorremmo apparire ripetitivi, ma si sembra doveroso sottolinea che San Francesco di Sales, nella Filotea, più volte ci ha fatto notare che “solo la grazia e la fede stimolano la ferma decisione di servire Dio” senza cadere in una sorta di “sacra superbia” . Nel testo del Papa leggiamo ancora che questo “autocompiacimento egocentrico ed elitario” porta tanti cristiani, anche impegnati, a lasciarsi distrarre da tante espressioni di fede esteriori, ma vuote, o quasi. E questo “si manifesta in molti atteggiamenti apparentemente diversi tra loro: l’ossessione per la legge, il fascino di esibire conquiste sociali e politiche, l’ostentazione nella cura della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa, la vanagloria legata alla gestione di faccende pratiche, l’attrazione per le dinamiche di auto-aiuto e di realizzazione autoreferenziale. In questo alcuni cristiani spendono le loro energie e il loro tempo, invece di lasciarsi condurre dallo Spirito sulla via dell’amore, invece di appassionarsi per comunicare la bellezza e la gioia del Vangelo e di cercare i lontani nelle immense moltitudini assetate di Cristo.[57] Intendiamoci: il Papa non ci invita ad essere approssimativi in ciò che riguarda la legge (della Chiesa), la liturgia o la gestione delle cose pratiche, ma a fare ben attenzione che queste non soffochino l’azione dello Spirito Santo. Continua, ammonendo:“Molte volte, contro l’impulso dello Spirito, la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi. Questo accade quando alcuni gruppi cristiani danno eccessiva importanza all’osservanza di determinate norme proprie, di costumi o stili. In questo modo, spesso si riduce e si reprime il Vangelo, togliendogli la sua affascinante semplicità e il suo sapore”. Probabilmente questo accade quando la paura del cambiamento e del rinnovamento diventa un ostacolo e ci si rifugia nel “si è sempre fatto così”. Aggiunge Sua Santità: “E’ forse una forma sottile di pelagianesimo, perché sembra sottomettere la vita della grazia a certe strutture umane. Questo riguarda gruppi, movimenti e comunità, ed è ciò che spiega perché tante volte iniziano con un’intensa vita nello Spirito, ma poi finiscono fossilizzati… o corrotti. [58] Non meravigliamoci di questo. La stessa Legge di Mosè, ispirata da Dio perché fosse al centro della vita religiosa e sociale del Suo Popolo, col passare dei secoli, ha perso la sua genuinità per lasciare il posto a prescrizioni umane che oscuravano quelle divine, come Gesù stesso denuncia (Cfr. Mt 23,23) Inoltre, l’osservanza ossessiva delle leggi, anche quelle della Chiesa, correrebbe il rischio di diventare una sorta di schiavitù. A questo proposito il numero 59 ci mette in guardia: “Senza renderci conto, per il fatto di pensare che tutto dipende dallo sforzo umano incanalato attraverso norme e strutture ecclesiali, complichiamo il Vangelo e diventiamo schiavi di uno schema che lascia pochi spiragli perché la grazia agisca. San Tommaso d’Aquino ci ricordava che i precetti aggiunti al Vangelo da parte della Chiesa devono esigersi con moderazione «per non rendere gravosa la vita ai fedeli», perché così si muterebbe la nostra religione in una schiavitù”.[59] E pensare che la legge del Vangelo è soprattutto legge di libertà, di apertura, di amore…!
Preghiamo
Padre buono, Tu ci hai creati liberi, ma noi, con le nostre ottusità, rischiamo di trasformare la libertà in oppressione. Facci riscoprire la freschezza, la genuinità, la bellezza della verità che ci fa liberi. Amen
Ed oggi cerchiamo di trovare il tempo per meditare su questa parola di Gesù: “La verità vi farà liberi” (Cfr. Gv 8,31-32). Buona giornata,
PG&PGR