14 Marzo 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

forse sarà un caso che questa riflessione sulla “Gaudete et exsultate” ci venga proposta in piena Quaresima, tempo liturgico nel quale, in modo particolare, siamo chiamati a “fare qualcosa di più” pur riconoscendo i nostri limiti. Ma…nulla accade per caso! Il numero 50 inizia dicendo: “In ultima analisi, la mancanza di un riconoscimento sincero, sofferto e orante dei nostri limiti è ciò che impedisce alla grazia di agire meglio in noi, poiché non le lascia spazio per provocare quel bene possibile che si integra in un cammino sincero e reale di crescita”. Questo pensiero Papa Francesco lo aveva già espresso nel 2013; Francesco di Sales, quattro secoli fa, invitava il cristiano ad essere ottimista in quanto la tentazione del pessimismo ci impedirebbe di mettere a frutto la grazia che il Signore ci concede. Evidentemente questo “ottimismo salesiano” non ci rende invulnerabili: “La grazia, proprio perché suppone la nostra natura, non ci rende di colpo superuomini. Pretenderlo sarebbe confidare troppo in noi stessi. In questo caso, dietro l’ortodossia, i nostri atteggiamenti possono non corrispondere a quello che affermiamo sulla necessità della grazia, e nei fatti finiamo per fidarci poco di essa”. Noi, uomini e donne, non lo neghiamo, siamo sempre impazienti e vorremmo vedere subito dei risultati positivi nelle nostre attività; e quando un’impresa non risponde alle nostre aspettative, senza troppo riflettere, l’abbandoniamo. E questo, in campo spirituale, è un grosso errore. Non contiamo troppo su noi stessi e nelle nostre capacità? Continua il Santo Padre: “Se non riconosciamo la nostra realtà concreta e limitata, neppure potremo vedere i passi reali e possibili che il Signore ci chiede in ogni momento, dopo averci attratti e resi idonei col suo dono”. Se non siamo in grado di accettare la concretezza della nostra condizione umana, con tutti i suoi “paletti”, non saremo neanche in grado di accogliere con gioia e riconoscenza i nostri piccoli progressi. Ci sembreranno insignificanti, futili, quasi inutili e questo ci porterebbe inevitabilmente ad una grande mancanza di umiltà e di fiducia in Dio. Il Papa riprende un concetto espresso nel Concilio di Trento(!), sempre valido, che considera la grazia come “preveniente, concomitante e susseguente”. Cosa vuol dire? Molto brevemente: preveniente: la grazia iniziale che consente di scegliere di cooperare con Dio; concomitante che agisce “in noi e con noi” quando si collabora con essa; susseguente, che scaturisce dalle prime due. Conclude Francesco, papa,: ”La grazia agisce storicamente e, ordinariamente, ci prende e ci trasforma in modo progressivo. Perciò, se rifiutiamo questa modalità storica e progressiva, di fatto possiamo arrivare a negarla e bloccarla, anche se con le nostre parole la esaltiamo. [50] Per dirla con parole più semplici: il cammino di conversione è un cammino lento, a volte faticoso, ma progressivo, costante, convinto.

Preghiamo

Signore, accompagnaci sempre con la Tua grazia, in ogni momento, in ogni scelta, anche, soprattutto, nelle difficoltà. Aiutaci a cercare la Tua presenza in ogni nostra azione. Amen

Ed oggi, cerchiamo di riconoscere questa presenza di Dio in ogni nostra azione…buona, s’intende!J Buona giornata,

PG&PGR

PREGHIAMO, PREGHIAMO, PREGHIAMO PER LA PACE