11 Marzo 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

sono in molti a pensare che le eresie siano cose di altri tempi, per lo più relegate ai primi secoli. Ma leggendo insieme l’Esortazione “Gaudete et exsultate” ci stiamo rendendo conto che anche il nostro secolo, in questo, non scherza! Dopo aver parlato dello gnosticismo, il Papa prende in esame un’altra vecchia eresia, il “pelagianesimo”. In che cosa consiste? Il promotore di questa corrente di pensiero è Pelagio, vissuto a Roma nel IV secolo. Egli ritiene che l’uomo, pur segnato dal peccato di origine, ma non essendone responsabile, con la scelta di adesione a Dio e alla sua Parola, si salva con le proprie forze. Ma andiamo con ordine partendo dalle parole di Papa Francesco: “Lo gnosticismo ha dato luogo ad un’altra vecchia eresia, anch’essa oggi presente. Col passare del tempo, molti iniziarono a riconoscere che non è la conoscenza a renderci migliori o santi, ma la vita che conduciamo. Il problema è che questo degenerò sottilmente, in maniera tale che il medesimo errore degli gnostici semplicemente si trasformò, ma non venne superato”.[47] La storia ci insegna che non è cosa rara che un male venga combattuto con un altro male della stessa portata, se non addirittura peggiore. Continua:“Infatti, il potere che gli gnostici attribuivano all’intelligenza, alcuni cominciarono ad attribuirlo alla volontà umana, allo sforzo personale. Così sorsero i pelagiani e i semipelagiani”. Questi ultimi, hanno posizioni meno rigide rispetto agli altri e sostengono che la grazia di Dio subentra in un secondo momento rispetto alla volontà. Sottolinea il Pontefice: “Non era più l’intelligenza ad occupare il posto del mistero e della grazia, ma la volontà. Si dimenticava che tutto «dipende [non] dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia» (Rm 9,16) e che Egli «ci ha amati per primo» (1 Gv 4,19)”.[48] Infatti San Paolo, nel brano citato, dice molto chiaramente che la salvezza “non dipende dalla volontà, né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che usa misericordia”. Con altre parole, lo stesso concetto lo ritroviamo nella Prima lettera di San Giovanni: “Noi amiamo, perché Egli ci ha amati per primo”. L’iniziativa per condurre l’uomo alla salvezza, è sempre e comunque di Dio. Non è forse stata Sua l’”idea” dell’Incarnazione con tutto quello che ne è conseguito? Bisogna però fare attenzione a non cadere nell’errore di Lutero e di Calvino confondendo questo con la tesi della predestinazione interpretando male le parole di San Paolo (Cfr Rom 8,29-30; Ef 1,11) e non considerando affatto quelle della lettera di San Giacomo (Cfr 2,14-25). E San Francesco di Sales, nelle “Controversie”, aveva già parlato di tutto questo.

Preghiamo

Signore, senza il Tuo amore e la Tua misericordia non possiamo fare nulla. Sì, ne siamo convinti! Aiutaci a superare la tentazione e la presunzione dell’auto-sufficienza. Amen

Chiediamoci oggi: cosa saremmo capaci di fare, per la nostra salvezza, senza l’aiuto di Dio? Buona giornata,

PG&PGR