Carissimi,
“Credo la Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Sono le quattro “note” della Chiesa che abbiamo già incontrato insieme a San Francesco di Sales commentando alcuni brani delle “Controversie”.
Nel numero 9 dell’Esortazione apostolica il Papa esordisce dicendo che “la santità è il volto più bello della Chiesa”. E’ una affermazione forte che non oscura l’unicità, l’universalità (cattolica) e l’apostolicità, ma rafforza questi aspetti offrendo un’apertura capace di superare ogni divisione. Continua, infatti, dicendo con coraggio che “anche fuori della Chiesa Cattolica e in ambiti molto differenti, lo Spirito suscita «segni della sua presenza, che aiutano gli stessi discepoli di Cristo»”. Quest’ultima affermazione è tratta dalla Lettera Apostolica di San Giovanni Paolo II scritta all’inizio del terzo millennio dell’era cristiana (2001). E di questi segni lo Spirito Santo ne ha suscitati veramente tanti anche al di fuori della Chiesa Cattolica e dello stesso mondo cristiano. Nel Vangelo di San Luca (), 49-50) si legge: “Giovanni prese la parola dicendo: “Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci”. Ma Gesù gli rispose: “Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi”. Chi ricorda un po’ di storia forse si potrà chiedere: e con le “guerre di religione”, all’interno della cristianità, come la mettiamo? Tra i tanti martiri dell’antichità se ne annoverano molti altri, più o meno conosciuti, che in nome dello stesso Cristo, sono state vittime della durezza del cuore dell’uomo…Che Dio ci perdoni. Quante volte gli ultimi Pontefici hanno chiesto scusa per gli errori e gli orrori dei cristiani e in modo particolare quelli avallati dalla Chiesa cattolica. Citando ancora Papa Wojtyla, Francesco aggiunge: “San Giovanni Paolo II ci ha ricordato che «la testimonianza resa a Cristo sino allo spargimento del sangue è divenuta patrimonio comune di cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti». Nella bella commemorazione ecumenica che egli volle celebrare al Colosseo durante il Giubileo del 2000, sostenne che i martiri sono «un’eredità che parla con una voce più alta dei fattori di divisione».[9] Uno dei fondamenti del Pontificato di San Giovanni XXIII può essere riassunto in una farse: “Cercare ciò che ci unisce più che quello che ci divide”. Il Cardinale Parolin, segretario di Stato, in una commemorazione di quel santo Papa ha detto: “E’ questa fiducia reciproca, questo atteggiamento di fiducia nelle persone che permette di incontrarle per quello che sono nella loro realtà, e questa ricerca di quello che ci è comune, per partire da lì e poi per affrontare anche le eventuali differenze e cercare di farle convergere in un’unità superiore che permetta di affrontare e di risolvere i grandi problemi dell’uomo di oggi»
Preghiamo
Signore, siamo sempre più appesantiti da ciò che ci divide dagli altri, in famiglia, sul lavoro, nelle stesse comunità e Parrocchie…Eppure l’insegnamento di tanti santi Pastori è chiaro. Aiutaci a farne tesoro. Amen
Ed oggi, sforziamoci di guardare alle nostre differenze con gli occhi dei santi. Buona giornata,
PG&PGR