Carissimi,
oggi la Chiesa celebra la festa della “Cattedra di San Pietro”, ricorrenza che risale al terzo secolo e celebra il “Primato” che il Signore Gesù ha voluto dare all’apostolo Pietro e ai suoi successori. Questa festa si lega bene a ciò che il Papa ci dice in questa nuova sezione del Primo capitolo della Esortazione apostolica, che iniziamo oggi, dal titolo “L’attività che santifica”. Nel numero 25 troviamo un invito a partecipare attivamente alla costruzione del Regno di Dio: Pietro e gli altri apostoli, dopo tanti interrogativi, perplessità e…rimproveri, hanno alla fine capito quale veramente fosse la missione del Cristo e, di conseguenza, la loro: Poiché non si può capire Cristo senza il Regno che Egli è venuto a portare, la tua stessa missione è inseparabile dalla costruzione del Regno: «Cercate innanzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia» (Mt 6,33). La tua identificazione con Cristo e i suoi desideri implica l’impegno a costruire, con Lui, questo Regno di amore, di giustizia e di pace per tutti. Cristo stesso vuole viverlo con te, in tutti gli sforzi e le rinunce necessari, e anche nelle gioie e nella fecondità che ti potrà offrire. Pertanto non ti santificherai senza consegnarti corpo e anima per dare il meglio di te in tale impegno. [25] Costruire, insieme a Cristo, un Regno dove amore, giustizia, pace, comprensione, integrazione, attenzione al bene comune ne sono la “spina dorsale”. Ma come lasciarsi coinvolgere in questo? Fidandosi del “Capo” e dare il meglio di sé, ognuno secondo le proprie possibilità e capacità (senza farci sconti!), in tutto ciò che quotidianamente siamo chiamati ad essere e a fare. Anche in questo, però, nonostante la buona volontà, possono esserci dei fraintendimenti, delle esagerazioni, delle confusioni di ruoli. Qui bisogna richiamare alla mente il discorso, già fatto in passato, sull’equilibrio e ripensare a quante volte, nella Filotea, Francesco di Sales, con tanti esempi, lo raccomanda. Continua il Papa: Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo, ed entra a far parte del cammino di santificazione. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione, e ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione. [26]. In sintesi: il cammino di santificazione che siamo chiamati a percorrere, non esclude nulla e nessuno: tutto può entrare a farne parte purché, evidentemente, sia fatto con intelligenza e realmente utile alla costruzione del Regno di Dio. Per oggi ci lasciamo con questa domanda: nel mio piccolo, cosa posso fare in più per sentirmi corresponsabile in questa impresa?
Preghiamo con le parole della liturgia odierna
Concedi, Dio onnipotente, che tra gli sconvolgimenti del mondo non si turbi la tua Chiesa, che hai fondato sulla roccia con la professione di fede dell’apostolo Pietro. Amen
Papa Francesco, ci invita continuamente a pregare per lui; facciamolo oggi in modo particolare. Buona giornata,
PG&PGR