Carissimi,
il sottotitolo ci coinvolge tutti in modo molto personale: “Anche per te”; sì, sì, per te che leggi e per noi che scriviamo. Tante persone chiedono a noi preti di pregare per loro nella convinzione che le nostre preghiere siano più ascoltate, “visto che siamo più vicini a Dio”. Ma dove sta scritto? Chiaramente il Papa scrive: “Per essere santi non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi.
Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così”. Noi preti, religiosi e religiose, nello svolgimento delle nostre funzioni, siamo solo una sorta di “intermediari” scelti da Dio, in mezzo al suo popolo, con tutti i nostri difetti e i nostri limiti. Anche noi, come tutti, siamo chiamati a fare uno sforzo per ‘diventare santi’. Infatti, continua: “Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova”. Qui sta il punto cruciale: dare testimonianza. E questa sarà efficace quando tutto ciò che si fa ha la sua origine e il suo fine nell’amore verso Dio e il prossimo, sempre, anche nei momenti “critici”. Di seguito vengono offerti dei consigli utili per ogni categoria di persone e nelle quali ci possiamo riconoscere: “Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali.”[14] Tutto questo ci richiama alla mente ciò che Francesco di Sales ci ha detto nel capitolo terzo della Prima parte della Filotea. Ricordate? Si intitolava, guarda caso, “La devozione si adatta a tutte le vocazioni e professioni” e diceva: “Ti sembrerebbe una cosa fatta bene che un Vescovo pretendesse di vivere in solitudine come un Certosino? E che diresti di gente sposata che non volesse mettere da parte qualche soldo più dei Cappuccini? Di un artigiano che passasse le sue giornate in chiesa come un Religioso? E di un Religioso sempre alla rincorsa di servizi da rendere al prossimo, in gara con il Vescovo? Non ti pare che una tal sorta di devozione sarebbe ridicola, squilibrata e insopportabile? Anche nel cercare di vivere la vera devozione, dunque, bisogna usare un certo discernimento, mettere a frutto l’intelligenza che il Signore ci ha dato e non venire mai meno a quei doveri quotidiani a cui la nostra condizione ci richiama.”
Oggi ricorre la memoria dei 49 santi martiri di Abitene che sacrificarono la loro vita per non rinunciare alla celebrazione dell’Eucarestia e dunque preghiamo con le parole della liturgia:
O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato ai santi martiri di Abitene la grazia di partecipare alla passione del Cristo, vieni in aiuto alla nostra debolezza e come essi non esitarono a morire per Te, concedi anche a noi di vivere da forti nella confessione del Tuo nome. Amen
Domani è domenica. Ringraziamo in modo particolare il Signore che ci offre la possibilità di partecipare liberamente alla liturgia Eucaristica.
Gentilmente prestate attenzione a quanto leggerete di seguito. Buona giornata e buona settimana.
PG&PGR
IMPORTANTE
Facendoci “due conti” prevediamo di terminare, entro la fine di maggio, la nostra rilettura dell’Esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate”. Quindi d’obbligo ci poniamo, e vi poniamo, una domanda: continuare con questi nostri incontri? E in caso di risposta affermativa, come? Con quale testo? Ecco la nostra idea: per tutto il mese di giugno continuare con Papa Francesco affrontando la sua prima Lettera Enciclica promulgata il 29 giugno 2013 dopo soli 108 giorni dalla sua elezione, dal titolo “Lumen fidei” (La luce della fede) che, come si evince dal titolo, ha come tema la fede, la nostra fede; un testo molto più breve della G.E., ma di grande spessore teologico. Poi sospensione estiva nei mesi di luglio e agosto per tornare ritemprati, in settembre, in modo diretto e più continuativo, al nostro amico San Francesco di Sales “attaccando”, con coraggio, fiducia e tanta pazienza, la rilettura del “Trattato dell’Amor di Dio”, testo corposo (900 pagine nella traduzione del “grande Vecchio” P. Ruggero Balboni), impegnativo per noi che scriveremo e per voi che leggerete. Ma vi assicuriamo che ne varrà la pena.
Ci piacerebbe, però, conoscere anche la vostra opinione, possibilmente entro la fine di questo mese e l’inizio del prossimo. Pensateci e fateci sapere attraverso i soliti canali, face book, telefono, e-mail, whatsapp, piccione viaggiatore, segnali di fumo o altro…
Grazie, PG&PGR