21 Gennaio 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

iniziamo oggi il diciassettesimo capitolo della Filotea che divideremo in due parti. Ormai, pensiamo sia risaputo da tutti, che questo libro fu un “best-seller” del XVII secolo (nostro malgrado ci vediamo costretti ad usare una espressione inglese); nonostante questo, a fronte del grande “favore” di pubblico, trovò anche delle opposizioni. Ce ne parla direttamente, con una vena ironica, Francesco di Sales: “Un grande servo di Dio mi ha detto poco tempo fa che il fatto che nell’Introduzione alla Vita devota io mi rivolgo a Filotea, aveva impedito a molti uomini di ricavarne del bene, perché non stimavano all’altezza della dignità di un uomo gli avvisi dati ad una donna. Sono rimasto sorpreso che ci fossero uomini, che volendo dimostrarsi uomini, fossero così poco uomini…Io chiamo Filotea l’anima che aspira alla devozione, e gli uomini mi sa che hanno un’anima proprio come le donne”. Forte e fine ‘sto Francesco! Ma ci sono state anche altre critiche che costituiscono il titolo del capitolo e alle quali l’autore risponde: “Risposta a due obiezioni che possono essere mosse a questa Introduzione”. Ed ecco cosa dice: “Cara Filotea, il mondo ti dirà che questi esercizi e questi consigli sono così numerosi che chi volesse osservarli dovrebbe tralasciare qualunque altra occupazione. Cara Filotea, se facessimo qualche altra cosa, faremmo sempre abbastanza, perché faremmo ciò che dovremmo fare in questo mondo!” Non vi sembra un’affermazione più che sensata? Ma il Nostro vuole andare oltre e continua: “Non vedi dov’è l’inganno? Se si dovessero fare questi esercizi tutti i santi giorni, a dir il vero ci occuperebbero completamente, ma si richiede di metterli in pratica in tempi e in luoghi opportuni, secondo le circostanze. Pensa quante Leggi ci sono nei Digesti e nel Codice e che devono essere osservate; ma va da sé che ciascuna va osservata secondo le circostanze e non che si debbano osservare tutte insieme e tutti i giorni”. Per chiarezza: il termine arcaico “Digesto” indica una raccolta di responsi dei più celebri giuristi dell’antica Roma (n.d.r.). Ci sembra che la risposta di Francesco a questa prima obiezione sia sufficiente… Probabilmente ai suoi tempi la burocrazia non complicava tutto come succede ai nostri giorni! C’è comunque da chiedersi quali siano i “tempi,  i luoghi opportuni” e le circostanze di cui parla il de Sales. Accade spesso che questi tempi, luoghi e circostanze siano “soffocati” dai tanti impegni lavorativi, domestici e, non neghiamolo, ricreativi così impellenti da impedire anche la partecipazione alla celebrazione Eucaristica festiva. Ma possibile che si trovi il tempo per tutto meno che per il Signore? A questo proposito il Nostro ci offre degli esempi significativi: “Il re Davide, carico di affari molto importanti, praticava esercizi di pietà in numero molto maggiore di quanti non te ne abbia indicato io. S. Luigi Re, ammirevole sia in pace che in guerra, e che amministrava la giustizia e trattava gli affari con molta oculatezza, ascoltava due Messe tutti i giorni, diceva Vespri e Compieta con il Cappellano, faceva la meditazione, visitava gli ospedali, tutti i venerdì si confessava e si dava la disciplina, ascoltava spesso la predicazione, teneva di frequente conferenze spirituali; con tutto ciò non perdeva una sola occasione per operare il bene pubblico e vi si impegnava con solerzia e la sua corte era magnifica e splendida come non era mai stata con i suoi predecessori”. Beh, questo dovrebbe farci riflettere!

Preghiamo

Signore, suscita in noi il desiderio di consacrare qualche momento della nostra giornata per dialogare con Te, per lodarti e ringraziarti per tutti i Tuoi doni. Amen

Ed oggi riusciremo a trovare un “minutino” in più per stare in compagnia del Signore? Buona giornata,

PG&PGR