Carissimi,
nel quindicesimo capitolo Francesco di Sales ci aiuta a riflettere sugli “Affetti generali sulle precedenti considerazioni” ed inizia con una “invocazione” sui buoni propositi: “O cari e buoni propositi, voi siete il bell’albero della vita che Dio ha piantato di sua mano al centro del mio cuore e il Salvatore vuole irrigare con il suo sangue per farlo fruttificare; preferisco morire mille volte che permettere che un ventaccio qualunque ti sradichi. No, né la vanità, né le delizie, né le ricchezze e nemmeno le tribolazioni mi strapperanno dal mio proposito”. Bella espressione poetica che tende a sottolineare la bontà di Dio che ha voluto mettere nel nostro cuore tutto il bene derivante dal Sacrificio del Cristo; un bene che nessun “ventaccio”, cioè nessun tentazione, sarà capace di offuscare in noi senza il nostro consenso. Aggiunge infatti il Salesio: “Sei tu Signore, che l’hai piantato dopo aver conservato dall’eternità questo bell’albero per il mio giardino: quante anime non sono state favorite in questo modo!” Forse il Signore non è imparziale? Non dà ad ogni uomo e ogni donna le stesse possibilità? Certamente! Ma come abbiamo già detto più volte, non “violenta” la nostra libertà, neanche quando questa si oppone a Lui. Francesco va avanti chiedendosi e chiedendoci: “E come potrò io mai umiliarmi abbastanza vinto dalla tua misericordia? O belli e santi propositi, se io vi conservo, voi conserverete me; se vivete nella mia anima, la mia anima vivrà in voi. Vivete dunque, per sempre, o propositi, siete eterni nella misericordia del mio Dio; rimanete e vivete eternamente in me; che io non vi abbandoni mai!” Sappiamo bene, però, che i buoni propositi debbono trasformarsi in azione e il Signore stesso, dopo averli suscitati in noi, ci indica i “mezzi idonei” per attuarli: “Dopo questi affetti devi precisare i mezzi idonei a mantenere questi buoni propositi e devi promettere di volertene servire fedelmente; l’orazione frequente, i sacramenti ‘ le buone opere, l’emendamento dalle colpe scoperte nel secondo punto, l’eliminazione delle cattive occasioni, l’osservanza dei consigli che ti verranno dati in proposito”. Qualche mese fa, un amico che ci segue da quando è iniziata questa avventura con San Francesco di Sales, ci ha inviato il testo di un’antica preghiera siciliana nella quale si invoca l’aiuto di Dio per affrontare la giornata. Ben s’innesta con quanto abbiamo letto e per questo ci è sembrato opportuno condividerla con voi:
TESTO ORIGINALE
Binidici Signuri sta jurnata
falla leggia cumu ‘na passiata,
guida li me pinsera mentri travagliu
pigliami ‘ntempu prima ca sbagliu.
Tenimi luntanu di la lagnusia
dammi rispettu ppi ccu sia sia,
calma li me nervi e dammi paci
quannu iè fari socchu nun mi piaci.
Ricordami di pinsarti ogni tantu
ccu la preghiera oppuri ccu lu cantu
meritu nun cercu e mancu vantu
basta ca stu me jurnu lu fa santu.
Accussì sia
TRADUZIONE
Benedici Signore questa giornata,
che sia leggera come una passeggiata
guida i miei pensieri mentre lavoro,
prendimi in tempo prima che sbagli,
tienimi lontano dall’ozio,
dammi rispetto per chiunque ( chi sia, sia),
calma i miei nervi e dammi pace
quando devo fare ciò che non mi piace.
Ricordami di pensarti ogni tanto con la preghiera,
oppure con il canto.
Non cerco merito e neppure vanto,
basta che questo mio giorno lo fai santo.
Così sia!
Buona giornata,
PG&PGR
P.S. Grazie alla gentile signora che ha tradotto in italiano questa preghiera.