Carissimi,
oggi, con tutta la Chiesa, celebriamo la memoria di Sant’Ambrogio vescovo e dottore della Chiesa, “antico collega” al quale Francesco di Sales fa spesso riferimento e iniziamo la penultima sezione di questo lungo capitolo, con le parole della prima lettura della messa della memoria ambrosiana, tratte dal capitolo 35 del libro del profeta Isaia: “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa”. E’ un inno di speranza, di risurrezione, di incoraggiamento in un periodo di forti tensioni politiche, militari e religiose, periodo di vera e propria sterilità e aridità del Popolo di Dio che ha bisogno delle parole del Profeta per riprendere a sperare. Francesco di Sales, parlando di aridità e sterilità, vuole fare con noi, una cosa simile e dice: “Infine, Filotea, tra tutte le nostre aridità e sterilità, non perdiamo il coraggio, ma aspettiamo con pazienza, il ritorno delle consolazioni. Continuiamo il nostro abituale modo di vivere; non tralasciamo per questo motivo nessun esercizio di devozione, anzi, se ci è possibile, moltiplichiamo le buone azioni; e se non possiamo presentare allo sposo la marmellata, gli daremo la frutta secca; per lui fa lo stesso, a condizione che il cuore che gliela offre, sia decisamente risoluto ad amarlo.” Grazie Francesco! Sei veramente incoraggiante e ci fai capire che anche con noi, così come con la Santa Vergine, il Signore vuole fare cose grandi ma, vista la nostra povera condizione, si accontenta anche quelle piccole, semplici, più alla nostra portata, purché siano frutto di amore. Molto bello anche l’esempio che il Nostro, attingendolo probabilmente “dall’amico” Plinio, ci offre: “Quando la primavera è bella, le api fanno più miele e si occupano meno delle ninfe, perché con il bel tempo si divertono molto a fare la raccolta sui fiori, tanto che dimenticano di occuparsi delle ninfe; ma quando la primavera è fredda e nuvolosa, si occupano di più delle ninfe e fanno meno miele, perché non potendo uscire per fare la raccolta del polline, occupano il tempo ad accrescere e moltiplicare la loro stirpe.” Egli vuole, inoltre, sottolineare nuovamente che non solo i momenti “floridi” possono portare buoni frutti, ma che anche quelli “aridi” hanno la loro importanza. Dice infatti: “Capita spesso, Filotea, che l’anima, trovandosi in una bella primavera di consolazioni spirituali, si distragga talmente nel desiderio di accumularle e assaporarle, che, per l’abbondanza delle piacevoli delizie, si occupa molto meno delle opere buone. Al contrario quando si trova nell’asprezza e nell’aridità spirituale, a misura che si vede privata dei sentimenti piacevoli della devozione, moltiplica le opere concrete e interiormente genera più copiose le vere virtù, quali la pazienza, l’umiltà, l’abiezione di sé, la rassegnazione, l’abnegazione dell’amor proprio.” Ci permettiamo una piccola precisazione a proposito del sostantivo “rassegnazione”: esso non va inteso come un arrendersi agli eventi “non sapendo più a che santo votarsi” e perciò una sconfitta senza condizioni, ma come una coraggiosa e paziente accettazione che la trasforma in virtù e, di conseguenza, una vittoria sull’amor proprio. Domani, Solennità dell’Immacolata Concezione, ci prendiamo un giorno di pausa. Ci sentiremo nuovamente giovedì 9 con una “chicca” che arriva dagli Stati Uniti (strano eh?!) per poi riprendere venerdì con Madama Filotea.. A tutti buona festa dell’Immacolata Concezione. Ed ora…
…Preghiamo con le parole della liturgia
O Dio, che nel vescovo sant’Ambrogio ci hai dato un insigne maestro della fede cattolica e un esempio di apostolica fortezza, suscita nella Chiesa uomini secondo il tuo cuore, che la guidino con coraggio e sapienza. Amen
Ed oggi, con un po’ più di forza, mettiamo in atto ciò che il nostro santo ci ha suggerito e affidiamo alla Vergine Immacolata tutte le nostre preoccupazioni, aridità e sterilità, soprattutto quelle che la variante “onicron” del Covid 19 sta causando in noi. Buona giornata e buona festa dell’Immacolata,
PG&PGR