11 Dicembre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

il capitolo XV, che iniziamo oggi, alla vigilia della Terza Domenica di Avvento, conclude la Quarta Parte della Filotea che San Francesco di Sales intitola “Un esempio notevole, a conferma di quanto è stato detto”. Si serve “per dare maggiore credito” a quanto ci ha detto fino a questo momento sull’aridità spirituale, della testimonianza autorevole tratta dalla vita di San Bernardo Abate (1090-1153), fondatore del famoso monastero di Clairvaux (Chiaravalle) e riportata dalla Patrologia latina. Ecco quanto afferma il santo abate nel testo riportato dal Nostro: “E’ cosa ordinaria per quasi tutti quelli che si pongono al servizio di Dio e non sono ancora esperti nell’affrontare le privazioni della grazia e le alternanze della vita spirituale, quando viene loro a mancare il gusto della devozione sensibile, e quella gradita luce che invita a sollecitare il cammino verso Dio, perdere d’un colpo il respiro, e cadere nella paura e nella tristezza del cuore”. Anche Bernardo, quindi, parlando ai suoi monaci, non può sottacere l’effetto che la sterilità e l’aridità spirituale possono provocare in coloro che “si pongono al servizio di Dio”. Francesco, sostenuto da un così autorevole maestro, commenta: “La gente saggia dà questa spiegazione: la natura ragionevole non può rimanere a lungo affamata e senza qualche soddisfazione, sia essa celeste o terrestre. Le anime innalzate al di sopra di se stesse in virtù di piaceri superiori, dimenticano facilmente tutte le cose sensibili”. Questo si realizza soprattutto per chi, sospinto dallo Spirito, si “avventura” nell’ascesi. Con una chiara similitudine Francesco aggiunge che “la stessa cosa avviene quando per disposizione divina viene loro tolta la gioia spirituale: trovandosi senza consolazioni sensibili, e non essendo ancora abituate a saper attendere con pazienza il ritorno del vero sole, provano l’impressione di non essere più in cielo né sulla terra ma sepolte in una notte senza fine: di modo che, come lattanti che vengono svezzati, piagnucolano e si lamentano perché non hanno più le mammelle da succhiare e diventano noiosi e insopportabili, soprattutto a se stessi”. E’ l’esperienza della “notte oscura” di cui abbiamo parlato altrove. Per quanto riguarda la similitudine, senza dubbio, le mamme che ci leggono possono comprendere meglio. Quello della conversione e dell’accettazione paziente dei disegni Divini, è un cammino lungo e, spesso, faticoso che non fa “sconti”. Il de Sales riprende poi la testimonianza di San Bernardo che narra l’esperienza di Goffredo di Péronne, uno tra i suoi primi trenta “compagni”. Anche se un po’ esteso, citiamo per intero questo testo che vale la pena di leggere attentamente: “Ecco cosa capitò, lungo il cammino di cui stiamo parlando, a uno dei monaci di nome Goffredo di Peronne, da poco entrato al servizio di Dio. Trovandosi improvvisamente arido, privo di consolazioni e preso dalle tenebre interiori, gli ritornarono alla mente gli amici del mondo, i parenti, le ricchezze lasciate da poco, e fu assalito da una forte tentazione che non riuscì a nascondere; uno di quelli, con cui era maggiormente in confidenza, se ne accorse e, avendolo avvicinato con molta discrezione e parole gentili, gli chiese a tu per tu: ” Che cosa ti succede, Goffredo? Come mai, contrariamente al tuo solito, sei così pensoso e afflitto? ” Rispose Goffredo accompagnando le parole con un profondo sospiro: ” Fratello caro, nella mia vita non sarò mai felice”. L’altro, mosso a pietà da tali parole, spinto da zelo fraterno, corse subito a raccontare tutto al padre comune S. Bernardo, che, sentendo il pericolo, entrò in chiesa e pregò Dio per lui. Nel frattempo Goffredo, oppresso da tristezza, poggiata la testa su una pietra, si addormentò. Dopo un po’ entrambi si alzarono: l’uno dall’orazione con la grazia impetrata, l’altro dal sonno, così contento e sereno, che l’amico si meravigliò molto di un cambiamento così radicale e improvviso, e non poté trattenersi dal muovergli amichevolmente un rimprovero per quello che gli aveva risposto prima. Goffredo allora disse: ” Se prima ti ho detto che mai sarei stato felice, ora ti garantisco che non sarò mai triste!”  Conclude, momentaneamente, Francesco: “Questa è stata la conclusione della tentazione di quel devoto monaco, Filotea; ma voglio farti notare alcune cose in questo racconto”. Cosa vorrà farci notare il Nostro amico? Lo scopriremo lunedì.

Preghiamo

Signore tu ci hai detto di pregare sempre, senza stancarci: concedici la costanza di farlo costantemente e con fede soprattutto per i nostri fratelli e sorelle quando si trovano in situazioni difficili. Amen

Ed oggi una preghiera più intensa per gli altri, in modo particolare per chi si trova in situazioni di sofferenza fisica o spirituale. Buona giornata,

PG&PGR