5 Novembre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

come certamente ricorderete il titolo generale della Quarta parte di Filotea è incentrato sui consigli contro le tentazioni più correnti. Nel capitolo VII che iniziamo oggi e che divideremo in due parti, Francesco di Sales vuole indicarci dei “Rimedi per le tentazioni gravi”. Questo significa che, a fronte di queste, ve ne sono anche di meno gravi delle quali ci parlerà più avanti. Il primo rimedio che ci viene suggerito è il seguente: “Appena avverti in te qualche tentazione, fa come i bambini quando scorgono il lupo o l’orso in campagna; si precipitano immediatamente tra le braccia del papà o della mamma e se non possono fare altro, strillano chiamandoli in aiuto. Similmente ricorri a Dio, chiedendogli la sua misericordia e il suo aiuto; è il rimedio che ci insegna Nostro Signore: Pregate per non entrare in tentazione.” Il riferimento al brano evangelico (Lc 22,40) è chiaro: Gesù, nel Getzemani, prima di essere arrestato, chiede ai tre discepoli con i quali si era staccato dal gruppo, di pregare per non cadere in tentazione. Ma a quale tentazione si riferiva Gesù? Molto probabilmente a quella della paura, della fuga, dell’abbandono… Una tentazione alla quale anche noi, tante volte, e con varie sfaccettature, siamo sottoposti e alla quale possiamo resistere solo chiedendo l’aiuto del Signore; se confidassimo solo nelle nostre forze rimarremmo senz’altro delusi. Ma “se nonostante tutto, -continua il Salesio- la tentazione insiste e si accresce, in ispirito corri ad abbracciare la santa Croce,come se tu vedessi realmente davanti a te Gesù crocifisso; protesta che non cederai mai alla tentazione e chiedigli aiuto contro la stessa; finché la tentazione rimarrà, tu insisti nel protestare che mai cederai. Mentre fai queste proteste e insisti nel negare il tuo consenso, non guardare in faccia la tentazione; guarda soltanto Nostro Signore; se tu dovessi guardare la tentazione, soprattutto nei momenti di maggiore intensità, il tuo coraggio potrebbe anche vacillare.” Indubbiamente quei tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, nonostante il loro amore per il Maestro, hanno avuto paura di “abbracciare la croce” e, insieme agli altri sono fuggiti abbandonandolo. Non sono riusciti a “fuggire” la tentazione fissando lo sguardo su Gesù che, certamente, avrebbe dato loro il coraggio necessario per affrontare quella difficile situazione. E questo, non neghiamolo, può accadere anche a noi quando le difficoltà sembrano essere insormontabili. La domanda è: ci fidiamo veramente del Signore tanto da deporre ai piedi della sua croce tutti i nostri affanni e le conseguenti tentazioni di…fuga?

Preghiamo

Signore infondi in noi il coraggio di affrontare con le armi della fede il combattimento contro ogni tipo di tentazione e di riporre solo in Te la nostra fiducia e la nostra speranza. Amen

Ed oggi, se ci capiteranno dei momenti di buio, affidiamoci maggiormente all’aiuto di Dio. Buona giornata,

PG&PGR