24 Novembre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“Oltre a questi insegnamenti di carattere generale, abbiamo bisogno di qualche indicazione specifica”. Francesco di Sales, anticipando qualche nostra “ipotetica” richiesta di spiegazioni, per essere più diretto ed esplicito, sempre in questo capitolo, ci offre alcune considerazioni che, oggi, cominceremo a leggere. Ribadendo un concetto già espresso, dice: “Ripeto che la devozione non consiste nella dolcezza, soavità, consolazione e tenerezza sensibile del cuore, che ci porta alle lacrime e ai sospiri e ci dà una certa gradevole e sensibile emozione in qualche esercizio di pietà. No, cara Filotea, queste emozioni e la devozione non sono nemmeno parenti!” Proviamo, ad esempio, a pensare a quante persone, partecipando a qualche pellegrinaggio, provano emozioni forti che però, una volta terminata quell’esperienza e tornati alla normalità quotidiana, vengono accantonate se non addirittura dimenticate! Continua, infatti, il Nostro: “Ci sono molte anime che godono di queste tenerezze e consolazioni e che, non per questo, cessano di essere viziose, e di conseguenza non hanno un vero amore di Dio e, ancor meno, una vera devozione.” Emblematico è l’esempio che ci viene offerto attingendo a quanto si narra nel capitolo 24 del Primo libro di Samuele e che Francesco così sintetizza: “ Saul, mentre perseguitava a morte il povero Davide, fuggiasco davanti a lui nel deserto di Engaddi, un giorno penetrò tutto solo in una caverna in cui era nascosto Davide con i suoi; Davide in quell’occasione avrebbe potuto ucciderlo molto facilmente, ma gli risparmiò la vita; non solo, ma non volle nemmeno spaventarlo. Lo lasciò uscire e poi lo chiamò per dimostrargli in tal modo la propria innocenza e fargli sapere che lo aveva avuto alla sua mercè. E cosa non fece mai allora Saul per dimostrare che il suo cuore era commosso di fronte a Davide? Lo chiamò figlio mio, si mise a piangere ad alta voce, a lodarlo, ad esaltarne la bontà, a pregare Dio per lui, a predirne la futura grandezza, a raccomandargli i posteri. Come avrebbe potuto manifestare una maggiore dolcezza e tenerezza di cuore?” E commenta: “Ciononostante nulla era cambiato nella sua anima, e continuò la persecuzione contro Davide, inesorabile come prima.” In quante occasioni l’uomo assomiglia a Saul? Le parole, gli atteggiamenti, qualche promessa, non riflettono quello che effettivamente si ha nel cuore: “Ci sono persone – dice il de Sales – che assomigliano a Saul, che riflettendo sulla bontà di Dio e sulla Passione del Salvatore, provano momenti di forte commozione e sospirano, versano lacrime, pregano e rendono grazie con modi molto sensibili. Si direbbe che sono presi da una fortissima devozione.” Ma quando la vita ci mette di fronte delle prove, delle sfide, delle scelte importanti, che fine fa quella “fortissima devozione”? Ce lo dirà domani. Per il momento,

Preghiamo

Signore Gesù che leggi nel profondo del nostro cuore, aiutaci a non ingannare noi stessi e gli altri e non permettere che le emozioni effimere prendano il posto di un vero e proprio cammino di fede. Amen

Ed oggi, saremo in grado di interrogare profondamente il nostro cuore? Speriamo di sì. Buona giornata,

PG&PGR