Carissimi,
dopo aver celebrato ieri la Solennità di Cristo Re dell’universo ed aver invocato la sua grande misericordia per questo nostro povero mondo sempre più allo “sbando”, oggi cominciamo a leggere il capitolo XIII della quarta parte di Filotea intitolato “Le consolazioni spirituali e sensibili e come bisogna comportarsi con esse”. E’ un capitolo molto lungo e impegnativo che occuperà diversi incontri e che si apre con una bellissima riflessione di San Francesco di Sales sulla bellezza del mondo: “Dio porta avanti la vita di questo meraviglioso mondo in un continuo avvicendamento: al giorno segue la notte, all’autunno, l’inverno, all’inverno la primavera; un giorno non è mai la monotona ripetizione di un altro; ce ne sono di nuvolosi, di piovosi, di secchi, di agitati dal vento; tutta questa varietà conferisce all’universo una grande bellezza.”Poi, sulla linea di San Tommaso d’Aquino che commenta Aristotele (e forse anche Demòcrito –ndr), dice che “la stessa cosa avviene per l’uomo, che, secondo gli antichi, è un piccolo mondo; perché non si trova mai nella stessa condizione, e la sua vita scorre su questa terra come le acque che scrosciano e ondeggiano in un continuo turbinio di movimenti; e ora lo alzano verso la speranza, ora lo prostrano nella paura, ora lo spingono verso la destra della consolazione, ora verso la sinistra dell’afflizione, e non si dà mai un giorno solo, anzi nemmeno un’ora sola, che sia identica all’altra.” Nell’arco di quattro secoli, purtroppo, questa naturale bellezza è stata deturpata dall’agire sconsiderato dell’uomo e quella descrizione non risponde più, per tanti aspetti, alla realtà del mondo attuale. Resta, però, valida la similitudine con l’uomo a patto che non si lasci guidare dalla ricerca sfrenata di una sorta di onnipotenza, ma da quella illuminante e continua di Dio. Ecco quello che il de Sales definisce un consiglio fondamentale: “Dobbiamo sforzarci di conservare una continua ed inattaccabile uguaglianza di cuore in una simile varietà di situazioni; e benché intorno a noi tutto muti in continuazione, dobbiamo rimanere saldamente fermi per guardare, tendere e protendere sempre al nostro Dio.” E’ Lui la meta verso la quale deve puntare la nostra esistenza umana e poco importa quale sia la “rotta” che il comandante indica al timoniere di seguire: “Qualunque rotta prenda la nave, sia che faccia vela verso ponente o verso levante, verso mezzogiorno o verso settentrione, qualunque sia il vento che la spinge, l’ago della bussola sarà sempre rivolto alla bella stella e al polo.” Mentre scriviamo si fa largo nella mente una curiosa riflessione: la spella polare, quel punto luminoso visibile anche ad occhio nudo e tanto importante per chi naviga, non fa parte della costellazione dell’Orsa Maggiore, ma di quella dell’Orsa Minore, chiamata anche “piccolo carro”. Coincidenza o una primordiale indicazione del Creatore dell’universo per dirci che è nelle piccole cose che bisogna cercare quelle più importanti?
Oggi si celebra la memoria di Santa Cecilia, patrona dei musicisti e per la nostra preghiera “rubiamo” le parole di un canto liturgico da tutti, o quasi, conosciuto:
Signore, ho bisogno di incontrarti nel mio cuore, di vedere Te, di stare insieme a Te, unico riferimento del mio andare, unica ragione Tu, unico sostegno Tu, al centro del mio cuore ci sei solo Tu. Amen
E stasera, se il cielo sarà sereno, cerchiamo la stella polare, ma se non dovessimo riuscire a vederla, non perdiamoci di coraggio perché, comunque, Lei c’è! Buona giornata,
PG&PGR
P.S. Auguri a tutte le Cecilia che conosciamo.