Carissimi,
riprendiamo il discorso da dove ci siamo fermati ieri. Francesco, dopo aver parlato della delicatezza e della tenerezza che i coniugi devono avere l’uno nei confronti dell’altro, coglie l’occasione per sottolineare quanto questo sia importante anche nell’educazione dei figli. Siamo sicuri che, anche se nel testo non lo dice chiaramente, il pensiero è guidato dalla sua esperienza personale e, in modo particolare, dal tenero rapporto con Françoise de Sionnaz, sua madre, dalla quale ricevette, fin dai primissimi anni, una solida educazione cristiana “senza sospiri e smancerie” come dice P. Ruggero nella parte introduttiva della sua traduzione della Filotea. Più che le parole fu l’esempio dei genitori a fare di Francesco l’uomo e il pastore che conosciamo. Torniamo al testo dove egli ci parla di alcune mamme sante che, ancor prima di dare alla luce i propri figli, li hanno offerti al Signore. Facendo riferimento a Santa Monica madre di Sant’Agostino, ad Anna madre del profeta Samuele (1Sam 1,1-11) e ad altre meno note, commenta:”È un grande esempio per le donne cristiane: offrire alla maestà divina il frutto del loro seno, anche prima che veda la luce, perché Dio, che accetta le offerte di un cuore umile e pieno di buona volontà, abitualmente asseconda gli affetti delle madri in tali condizioni.” Dedica una particolare attenzione alla madre di San Bernardo, Aletta di Montbard, che “prendeva in braccio i figli appena nati e li offriva a Gesù Cristo, e da quel momento voleva loro bene come a cosa consacrata a Dio e che da Lui le era stata affidata; cosa che riuscì così perfettamente che tutti e sette divennero grandi santi.”. Sarebbe molto bello che anche oggi, durante il periodo della gestazione, i genitori chiedessero per i loro figli non solo il dono della salute, ma anche quello della santità. “Ma una volta venuti al mondo – commenta il de Sales – quando cominciano ad avere l’uso di ragione, i papà e le mamme devono avere grande cura di imprimere nel cuore dei loro figli il timore di Dio.” Ancora un esempio tratto dalla biografia di San Luigi IX del quale, come sappiamo bene, Francesco era molto devoto: “La buona regina Bianca compì particolarmente bene questo dovere nei confronti del Re S. Luigi, suo figlio, dicendogli spesso: “ Caro figlio, preferirei vederti morto sotto i miei occhi, che vederti commettere un sol peccato mortale “; la qual cosa rimase talmente impressa nel cuore di quel santo 109 figlio, che, come raccontava egli stesso, non ci fu mai giorno della sua vita nel quale non se ne ricordasse, e si impegnasse con tutte le sue forze, a restare fedele a quella raccomandazione.” Oggi, lo abbiamo già detto diverso tempo fa, per motivi diversi, in molti casi, sono i nonni ad occuparsi dei bambini. Ben venga l’aiuto dei nonni (benedetti!) o di altre persone, ma facciamo bene attenzione: questa “delega” non sostituisce il ruolo del genitore:“Impiegare molti beni mondani non equivale a costruire una buona casa (leggi famiglia); ma allevare i figli nel timore di Dio e nella virtù, quello sì che è costruire una casa solida. In questo campo non ci si deve risparmiare nessun genere di fatica e di lavoro, perché i figli sono la corona del padre e della madre.”
Preghiamo
Signore che nel dono dei figli chiami l’uomo e la donna a collaborare all’opera della creazione, fa’ che i genitori siano sempre più coscienti di questa missione che affidi nelle loro mani. Amen
Sarebbe bello che la sera, mettendosi a tavola per la cena, genitori e figli ringrazino il Signore per i doni ricevuti in quel giorno. Buona giornata,
PG&PGR