Carissimi,
“Dov’eri mio dolce Signore, quando il mio cuore era così pieno di tenebre e di brutture?” Con questo interrogativo avevamo lasciato ieri Santa Caterina da Siena. Come promesso ecco la risposta che Francesco di Sales riporta: ” Figlia mia, mi trovavo nel tuo cuore “. ” E come, replicò lei, potevi abitare nel mio cuore, dove c’erano tante oscenità? Tu abiti in luoghi così malfamati? ” Le rispose Nostro Signore: ” Dimmi un po’, quegli sporchi pensieri del tuo cuore ti davano piacere o tristezza, amarezza o diletto? ” E lei: “ Grande amarezza e tristezza”. Replicò il Signore: “Chi era a mettere quella grande tristezza e amarezza nel tuo cuore, se non io che mi tenevo nascosto nel profondo della tua anima? Credimi, figlia mia, se io non fossi stato presente, quei pensieri che premevano intorno alla tua volontà senza poterla piegare, senza di me l’avrebbero vinta e vi sarebbero penetrati, e il tuo libero arbitrio li avrebbe accolti con piacere, e così avrebbero dato la morte alla tua anima; ma siccome dentro c’ero io, inculcavo disgusto e resistenza al tuo cuore, di modo che con tutte le forze non cedesse alla tentazione. Non potendo annientare la tentazione, come avrebbe voluto, provava un disgusto ancora maggiore e un odio profondo contro di lei e contro se stessa; e così quei tormenti erano un grande merito ed una grande vittoria per te, una grande crescita della tua virtù e della tua forza “. Il Nostro commenta e conclude il capitolo riprendendo l’esempio del fuoco che giace sotto la cenere che abbiamo citato nel messaggio di mercoledì scorso: “Vedi bene, Filotea, quanto quel fuoco fosse nascosto sotto la cenere, e la tentazione e il diletto fossero penetrati nel cuore e avessero assediato la volontà, che sola, sostenuta dal suo Salvatore, resisteva nelle amarezze, nei tormenti; rimanendo salda nel rifiuto del male che le veniva proposto, rifiutando costantemente il consenso al peccato che la opprimeva da ogni parte. Quale sconforto per un’anima che ama Dio, non sapere nemmeno se Egli è in lei o meno e se l’amore divino, per il quale lotta, è completamente spento in essa o no! Ma è l’apice della perfezione dell’amore celeste far soffrire e lottare l’amante per amore, senza sapere se possiede quell’amore per il quale e per mezzo del quale lotta!” Questo ci riporta alla mente una poesia di un anonimo brasiliano, che certamente molti di voi conoscono, “Orme sulla sabbia”. Invitiamo, chi non la conoscesse, a cercarla su Google o altro motore di ricerca. C’è veramente da riflettere ed è di grande consolazione il sapere che il Signore ci è sempre vicino, soprattutto nei momenti di difficoltà. Per questo preghiamo con le parole del salmo 42:
Perché ti rattristi anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Amen
Ed oggi un po’ più di fiducia nella presenza di Dio in quello che vivremo. Buona giornata,
PG&PGR