Carissimi,
siamo alla terza ed ultima sezione del terzo capitolo. Certamente ricorderete che Francesco di Sales, nel brano affrontato lunedì scorso, ci aveva detto che “i gradini per scendere al male sono tre: la tentazione, la dilettazione, il consenso”. Nel brano odierno prendiamo in particolare considerazione la sua interessante riflessione sulla “dilettazione” cioè il “compiacimento che può far seguito alla tentazione”: “Quanto alla dilettazione che può seguire la tentazione, siccome abbiamo due parti nell’anima, una inferiore e l’altra superiore, e visto anche che l’inferiore non sempre segue la superiore, anzi se ne mantiene indipendente, può capitare spesso che la parte inferiore si compiaccia nella tentazione, senza il consenso, anzi contro il gradimento della parte superiore”. Con questa distinzione tra i desideri dell’anima superiore e quelli dell’anima inferiore, vuole mettere in evidenza l’eterno conflitto tra il bene e il male presente nell’animo umano. Confortato da quanto afferma San Paolo nella Lettera ai Galati (5,17) e in quella ai Romani (7,22-23), continua dicendo che “E’ questa la lotta e la guerra descritta da S. Paolo, quando dice che la sua carne brama contro il suo spirito, che c’è una legge delle membra e una dello spirito, e altre cose simili.” Se questo accadeva nell’animo dell’Apostolo delle Genti, figuriamoci nel nostro! Tante volte ci sembra che “l’anima superiore”, animata dalla carità, ceda il passo a quella “inferiore” incline ad assecondare le tentazioni. La similitudine che offre il Salesio ci aiuta a capire meglio il suo pensiero: “Hai mai visto, Filotea, un grande bracere con il fuoco coperto sotto la cenere? quando dieci-dodici ore dopo vieni per cercare il fuoco, ne trovi soltanto un po’ nel mezzo, e si fatica a trovarlo; tuttavia c’era, visto che si può trovare! E con quello si possono riaccendere tutti gli altri carboni spenti. La stessa cosa avviene della carità, che è la nostra vita spirituale, soffocata da grandi e violente tentazioni: la tentazione provoca alla dilettazione la parte inferiore e può dare l’impressione di coprire tutta l’anima di cenere e ridurre l’amore di Dio allo stremo, perché non si trova più da nessuna parte, meno che al centro del cuore, nascosto in fondo allo spirito; sembra proprio che non ci sia più e si fatica a trovarlo.” Quel “sembra” evidenziato prima è determinato dalla apparente impossibilità di ridare spazio all’opera dello Spirito. Ma il fuoco della carità, anche se nascosto “sotto la cenere”, continua ad ardere nel cuore di chi cerca Dio sinceramente. Certo bisogna fare un po’ di fatica per ravvivarlo ma, assicura Francesco:”C’è e c’è sul serio, perché anche se tutto è torbido nella nostra anima e nel nostro corpo, noi abbiamo fatto il proposito di non acconsentire al peccato e nemmeno alla tentazione; la dilettazione che piace al nostro uomo esteriore, dispiace a quello interiore, e anche se circonda da ogni parte la nostra volontà, l’importante è che non sia entrata in essa: da ciò appare evidente che si tratta di una dilettazione involontaria, e quindi che non può essere peccato.” Lo abbiamo già detto, ma ci piace ripeterlo: se non possiamo evitare che la tentazione “faccia capoccella” nel nostro animo, possiamo, sempre con l’aiuto di Dio, opporci con determinazione ad essa.
Preghiamo
Padre nostro che sei nei cieli non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male perché Tuo è il regno, Tua la potenza e la gloria nei secoli. Amen
Ed oggi convinciamoci maggiormente che Dio non ci abbandona… mai! Buona giornata,
PG&PGR