23 Ottobre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

la parola “coraggio” sembra che derivi dall’espressione latina “cor habeo” cioè avere cuore. Il coraggio di cui ci sta parlando San Francesco di Sales non è dunque solo una questione di forza e di buona volontà, ma di cuore che, come sappiamo, spesso è “ballerino”, specialmente quando, in chi ha scelto di cambiare vita per essere più coerente al messaggio del Vangelo, si affacciano dei ricordi e dei rimpianti per la vita passata. Continuando nel suo discorso, il Nostro ci esorta a non cadere in questo tranello: “I vuoti divertimenti e i passatempi ai quali hai sacrificato gli anni passati ti torneranno alla mente per adescare il cuore e riprenderselo; ma come potresti avere il coraggio di rinunciare a una felicità eterna per leggerezze così ingannevoli?” Certo, la vita sarebbe più semplice e gradevole se si lasciasse che i “desideri del mondo” affumichino il nostro animo soffocando o, quanto meno, offuscando la ricerca del bene. E non pensiamo che questa ricerca della “vita devota” sia una sorta di catena che limita la libertà umana facendo apparire Dio come una sorta di tiranno che attrae con promesse illusorie di felicità… rimandate al termine della nostra esistenza terrena. Non dimentichiamo che la libertà è una caratteristica propria e irrinunciabile dei figli di Dio ed esercitata nel giusto modo non può non essere “retribuita” anche in questa vita (Cfr. Mc 10, 28-30). Continua il de Sales: “Credi a me, se sarai perseverante, non passerà molto tempo che sarai ricolma di dolcezze così deliziose e piacevoli, fatte di autentico miele, che dovrai ammettere che il mondo ha soltanto del fiele a confronto! Un solo giorno di devozione vale più di mille anni di vita di mondo.” La cosa importante, sembra dire, è crederci veramente senza perdersi di coraggio di fronte alle difficoltà e allontanare la tentazione di dire che è difficile, se non impossibile, vivere nella grazia di Dio. Conoscendo l’animo umano e la sua fragilità ci incoraggia: “Ora ti accorgi che la montagna della perfezione cristiana è terribilmente alta: dirai, Dio mio, e come ci arriverò? Coraggio, Filotea, quando le larve delle api cominciano a prendere forma si chiamano ninfe; non sanno ancora volare sui fiori, né sui monti, né sulle colline, per raccogliere miele; ma piano piano, nutrendosi del miele preparato dalle api anziane, quelle piccole ninfe mettono le ali e si fortificano, e cosí in seguito potranno volare ovunque, alla ricerca del miele.” Non si può certamente negare che il cammino verso la “vera devozione” sia arduo, impegnativo, a volte deludente soprattutto di fronte alle “ricadute”. Ma questo può accadere quando si confida nelle sole proprie forze sottovalutando la grazia di Dio che ci sostiene e ci incoraggia: “E’ vero, noi siamo ancora piccole larve nella devozione, non riusciamo a salire secondo il nostro progetto, che è addirittura quello di raggiungere la vetta della perfezione cristiana; ma, piano piano, prendiamo forma con i nostri desideri e i nostri propositi, cominciamo a mettere le ali; abbiamo motivo di sperare che un giorno saremo api spirituali e voleremo; nel frattempo viviamo del miele degli insegnamenti così ricchi che i devoti prima di noi ci hanno lasciato, e preghiamo Iddio che ci arricchisca di penne come di colomba, per poter volare non soltanto nel tempo della vita presente, ma anche raggiungere il riposo nell’eternità della futura.” Perciò, care sorelle e cari fratelli, non deponiamo le armi, facciamoci coraggio a vicenda, sosteniamoci l’un l’altro e, soprattutto, non manchiamo mai di fiducia…Il resto lo farà il Signore.

Preghiamo

Signore, in questa scalata verso la vera devozione, sii Tu la nostra guida, il nostro apri-pista, e il nostro allenatore e sostenitore; non permettere che le difficoltà infiacchiscano il nostro coraggio cristiano. Amen

Coraggio, carissimi, oggi e sempre. Buona giornata,

PG&PGR