21 Ottobre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

riprendiamo dall’affermazione con la quale, Francesco di Sales, ci ha lasciato ieri: “I ragni rovinano sempre l’opera delle api”. Cosa avrà voluto dire con questo? Tutti noi sappiamo bene quanto le api siano importanti per la stessa sopravvivenza dell’uomo. Basti pensare che, come dicono gli esperti del settore, un terzo del cibo che consumiamo dipende dall’impollinazione operata dagli insetti e le api, in questa “missione”, hanno un ruolo molto importante. Ma anche loro hanno dei nemici e il primo è proprio l’uomo con l’uso indiscriminato di pesticidi, la sua “collaborazione” all’inquinamento ambientale, con il disboscamento di intere aree del pianeta, e altro ancora. Alleati dell’uomo contro le api, sono anche gli uccelli, i piccoli mammiferi, gli animali anfibi (rospo) e, i modo particolare e “subdolo”, i ragni che, ghiotti di questo insetto, tessono la loro tela in prossimità degli alveari aspettando pazientemente che la loro preda resti intrappolata. Proviamo a interpretare ciò che Francesco dice: le api rappresentano quei cristiani che, nonostante le loro imperfezioni, si sforzano, con sacrificio (la laboriosità delle api!), di testimoniare in modo coerente la propria fede; i “figli del mondo” sono coloro che, a tutti i costi, magari subdolamente e con pazienza (come i ragni!), devono sempre trovare motivi per denigrare questa testimonianza. Il Nostro, senza troppi complimenti, li “bolla” chiamandoli ciechi, non nel fisico, ma nel cuore e dando questo consiglio: “Filotea, lasciamo perdere questo cieco: lascialo urlare finché non si stancherà, come fa il barbagianni per spaventare gli uccelli del giorno. Restiamo fermi nei nostri propositi, sarà la perseveranza a dimostrare che è sul serio e con sincerità che ci siamo votati a Dio e incamminati nella vita devota.” Il de Sales continua con una similitudine che riportiamo senza perderci in considerazioni di ordine astronomico: “Le comete e i pianeti hanno apparentemente la stessa luminosità; solo che le comete scompaiono in poco tempo, perché hanno soltanto una luminosità transitoria, mentre i pianeti godono di una luce continua; lo stesso si può dire dell’ipocrisia e della virtù; esternamente si assomigliano molto, ma volendo, si possono distinguere con sicurezza l’una dall’altra: l’ipocrisia non dura nel tempo e si scioglie come nebbia al sole, mentre la virtù autentica rimane stabile e costante.” Caro Francesco, il tuo ottimismo è veramente disarmante e anche in questo ci dai una lezione per una maggiore confidenza nell’opera di Dio! Il capitolo non poteva non terminare con un incoraggiamento che solo nella fede può trovare il suo sostegno: “Non è un vantaggio da poco, per ben cominciare il cammino della devozione, ricevere calunnie e improperi: evitiamo, in tal modo, il pericolo della vanità e dell’orgoglio, che sono come le levatrici d’Egitto, cui l’infernale Faraone aveva dato l’ordine di uccidere i nati maschi di Israele il giorno stesso della nascita. Noi siamo crocifissi per il mondo e il mondo è crocifisso per noi; il mondo ci considera pazzi? e noi consideriamolo matto!” Ci perdoni il “grande vecchio”, ma forse il termine “insensato” usato nel testo originale francese, sarebbe stato più appropriato.

Preghiamo

Signore, tra le vicende della vita, aiutaci a seguirti accettando, con fede, con speranza e per amore, la “follia” della croce. Amen

E allora oggi un po’ più di …santa follia. Buona giornata,

PG&PGR