9 Settembre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

Francesco di Sales che, come tutti i “rampolli” delle famiglie nobili del tempo, negli anni della giovinezza aveva imparato a “tirare di scherma”, fa un “affondo” nei confronti del gioco d’azzardo nel XXXII capitolo che intitola “I giochi proibiti”. In aggiunta a quanto abbiamo letto ieri, ve lo proponiamo in modo integrale…Tranquilli non è molto lungo!

“Il gioco dei dadi, delle carte e simili, nei quali la vittoria dipende più dalla fortuna che altro, non soltanto sono divertimenti pericolosi, come il ballo ma, di natura loro, sono semplicemente cattivi e riprovevoli. E’ per questo che sono proibiti tanto dalle leggi civili che da quelle ecclesiastiche. Ma dov’è tutto questo male? mi chiederai. In questi giochi non è la ragione che dà la vittoria, ma il caso, che spesso favorisce chi di per sé, quanto a destrezza e ingegno, non meriterebbe niente: sotto questo aspetto la ragione è umiliata. Tu mi dirai: Ma ci siamo messi d’accordo! Questo vale soltanto per dimostrare che chi vince non fa torto agli altri, ma ciò non toglie che il patto non sia ragionevole e il gioco nemmeno; perché la vittoria, che deve essere il premio della destrezza, diventa premio del caso, che non merita nessun premio, visto che non dipende, in alcun modo, da noi! Aggiungi che questi giochi hanno il nome di divertimenti e sono fatti per questo; e invece proprio non lo sono, ma sono soltanto occupazioni a tempo pieno. Non è forse un’occupazione tenere lo spirito caricato e teso da un’attenzione continua, e agitato da insistenti inquietudini, ansie e paure? Riesci a trovare una tensione più triste, più lugubre e più desolata di quella di un giocatore? Non si può parlare, non si può ridere, nemmeno tossire, altrimenti i giocatori si stizziscono. Infine nel gioco non c’è gioia se non vinci. E non ti sembra che sia una gioia perversa, giacché si può conseguire soltanto per mezzo della sconfitta e del dispiacere del compagno? E’ davvero una gioia senza onore. Sono queste le tre ragioni per cui questi giochi sono proibiti. Il grande Re S. Luigi, sapendo che suo fratello, il Conte di Angiò e il nobile Gautier de Nemours stavano giocando, malato com’era, si alzò e, barcollando, si recò in camera loro, prese i tavolini da gioco, i dadi e una parte del denaro e gettò tutto in mare dalla finestra, e si corrucciò molto contro di loro. La santa e casta Sara, parlando a Dio della propria innocenza, per metterla in evidenza, dice: Tu sai, Signore, che non mi sono mai fermata a parlare con i giocatori.” Terminiamo questo incontro con una curiosità: sapevate che esistono dei santi che il popolo “giocatore”, non la Chiesa beninteso, ha scelto quali pratroni e protettori dei giocatori d’azzardo? I più conosciuti sono tre: San Gaetano da Thiene, di origini vicentine, dopo un’esistenza dedicata ad aiutare i poveri, visse i suoi ultimi anni e si spense a Napoli. A lui si raccomandano i “devoti” del gioco del lotto; San Sivino, al quale è dedicata una cappella nel comune di Moniga, in provincia di Brescia, sulla sponda lombarda del Lago di Garda, dove si trovano un buon numero di “casinò”; San Cono che oltre ad essere venerato in alcuni comuni italiani, lo è anche in Uruguay dove il suo culto è giunto tramite gli emigrati italiani in quel Paese. A proposito di quest’ultimo qualcuno è arrivato a dire che si può anche non credere in Dio, ma i giocatori d’azzardo non possono non essere devoti di San Cono…Questa non è certamente fede, ma pura superstizione pagana…Poveri santi! Chissà cosa ne direbbe San Francesco di Sales!

Preghiamo

Signore Gesù, il tuo potere sulle potenze del male sradichi la radice amara dell’oscurità dove tanti fratelli e sorelle sono stati incatenati dallo spirito malvagio del gioco d’azzardo e liberali da questa schiavitù. Amen

Ed oggi…fate come ieri. Buona giornata,

PG&PGR