30 Settembre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

ancora una sezione di questo XXXVIII capitolo dedicato al matrimonio. Francesco ci ha parlato di indissolubilità e fedeltà chiamandoli “effetti”, ma chiama “frutto” la legittima generazione dei figli volendo sottolineare che l’unione dei coniugi, indissolubile e fedele, espressione di vero amore, non è fine a se stessa, ma ordinata anche alla procreazione e all’educazione cristiana e civica dei figli. Dice testualmente: “Voi, sposi, godete di un onore molto grande, giacché Dio, volendo Moltiplicare le anime che lo lodino e lo benedicano per l’eternità, vi ha scelto per cooperare a un così grande disegno, affidandovi la generazione dei corpi nei quali egli fa scendere come gocce celesti le anime che crea appositamente per infonderle in quei corpi.” E’ una vera e propria cooperazione quella tra Dio e l’uomo e il mistero dell’Incarnazione ce ne dà testimonianza: lo stesso Figlio, per essere anche veramente uomo, ha avuto bisogno del grembo della Vergine per esservi concepito e di un padre putativo per crescere. In via naturale, attraverso l’unione dell’uomo e della donna che si aprono alla vita, Dio continua la sua opera creatrice. Prosegue il de Sales: “Per tutto questo, voi mariti dovete nutrire per le vostre mogli un amore tenero, costante e profondo: per questo la donna è stata tratta dalla costola più vicina al cuore del primo uomo: perché egli l’amasse profondamente e teneramente.” Leggendo quanto segue dobbiamo tenere sempre ben presente, come abbiamo detto spesso, che Francesco scrive con la mentalità del suo tempo che, come vedrete, è ben lontana dalla nostra, ma non sono lontane le espressioni che usa quali rispetto, comprensione, dolcezza, cortesia, tenerezza, e il tutto vissuto in modo reciproco. Ed ecco il lungo testo: “Le debolezze e le infermità delle vostre donne, sia di corpo che di spirito, non devono provocare nessun genere di disprezzo, ma piuttosto una dolce e amorevole comprensione, perché è Dio che le ha create così; infatti per tale condizione dipendono da voi e a voi ne viene maggiore onore e rispetto; sono per tale motivo strettamente legate a voi quali compagne e voi ne siete i capi responsabili. E voi, mogli, amate con tenerezza e cordialità i mariti che Dio vi ha dato, ma non dimenticate di mettere nel vostro amore anche rispetto e cortesia; è per questo che Dio li ha creati più vigorosi e risoluti, e ha voluto che la donna dipendesse dall’uomo, ossa delle sue ossa, carne della sua carne, e fosse generata da una sua costola, presa sotto il suo braccio, per indicare che deve stare sotto la protezione ed essere guidata dal marito. In tutta la Sacra Scrittura si raccomanda insistentemente questa sottomissione, che poi la stessa Scrittura rende dolce, non solo perché vi chiede di accettarla con amore, ma perché raccomanda ai vostri mariti di fare la loro parte, con grande amore, tenerezza e dolcezza: Mariti, dice S. Pietro, abbiate un comportamento discreto con le vostre mogli, perché sono fragili come vasi di cristallo; e portate loro onore.”

Preghiamo

Signore, Tu hai creato l’uomo e la donna perché si completino a vicenda e li chiami ad essere Tuoi collaboratori nell’opera della creazione: risveglia in ogni papà e in ogni mamma il senso vero di questa grande responsabilità. Amen

Ed oggi ringraziamo una volta di più il Signore pensando a quanta fiducia ripone nell’uomo e nella donna. Buona giornata,

PG&PGR