Carissimi,
noi cristiani professiamo (o dovremmo professare!) che lo Spirito Santo anima la Chiesa, quella universale, le varie Chiese locali (le Diocesi) e le varie “porzioni” di queste, che chiamiamo Parrocchie. Non dobbiamo, però, dimenticare le chiese “familiari”; anche su queste, in quanto costruite sull’amore matrimoniale, agisce lo Spirito di Dio. San Francesco di Sales, volendo sottolineare l’aspetto spirituale del Sacramento del Matrimonio, si rivolge direttamente agli sposi cristiani con queste parole: “Sposi cari, se vi amate reciprocamente soltanto di amore naturale, non fate gran che: anche le coppie di tortore si amano così. Se vi amate di un amore umano, non aggiungete gran che: anche i pagani si amavano in tal modo”. L’amore degli sposi, quando attinge la sua “carica” dall’origine dell’Amore che è Dio, supera la sfera umana e il Nostro si associa alla parole di San Paolo (Ef5,25): “Io vi dico con il grande Apostolo: Mariti, amate le vostre mogli come Gesù Cristo ama la sua Chiesa; mogli, amate i vostri mariti come la Chiesa ama il suo Salvatore.” Che ci si creda o no è Dio la sorgente dell’amore; è Lui che, senza invadere la libertà umana, guida alla scelta, all’incontro, alla conoscenza, a tutti quegli elementi che contribuiscono a far nascere l’amore. Andando col pensiero all’atto della creazione dell’uomo e della donna, sottolinea che: “È stato Dio a presentare Eva al nostro primo padre Adamo e a dargliela in moglie: amici miei, è Dio che con la sua mano invisibile, ha stretto il nodo del sacro vincolo del vostro matrimonio e vi ha consegnato uno all’altra e viceversa. Come potete allora amarvi di un amore che non sia santo, sacro e divino?” E in considerazione di tutto questo aggiunge che “il primo effetto di questo amore è l’unione indissolubile dei vostri cuori”. L’indissolubilità è una delle caratteristiche essenziali del matrimonio e la sua esclusione, anche se non dichiarata (riserva mentale), può rendere nullo un matrimonio. Francesco, si serve di un esempio molto semplice, ma che rende bene l’idea: “Se incolli tra loro due tavolette di abete, servendoti di una buona colla, si uniranno in modo tale che ti sarà più facile spaccarle altrove che nel punto nel quale le hai incollate; Dio unisce l’uomo e la donna con il proprio sangue; ecco perché questa unione è così forte che sarà più facile che l’anima si separi dal corpo che il marito dalla moglie. Questa unione va intesa in primo luogo riferita al cuore, all’affetto, all’amore e non al corpo.” Purtroppo la mentalità odierna sembra essere molto distante da tutto questo e le “fratture” di molte unioni, sempre in aumento, ne danno una triste testimonianza. La comunità cristiana può fare qualcosa per aiutare tanti fratelli e sorelle che si trovano a vivere il dramma della separazione?
Preghiamo
Signore vogliamo affidarti tutte le coppie in crisi. Aiuta questi fratelli e sorelle a ritrovare l’armonia, a riscoprirsi giorno dopo giorno, ad invitare Te ad essere il Mediatore nelle loro incomprensioni. Amen
Ed oggi lasciamo uno spazio maggiore allo Spirito di Dio. Buona giornata,
PG&PGR