Carissimi,
siamo all’ultima sezione del XXIX capitolo nel quale Francesco di Sales ci ha detto la sua riguardo alla maldicenza, al giudizio e al pettegolezzo e a come evitare tali errori. Aggiunge un’ultima cosa: “Pur riprendendo il vizio, devi fare attenzione a non coinvolgere la persona che lo porta.” Il Signore condanna sempre il peccato, ma si dimostra oltremodo misericordioso nei confronti del peccatore. Questo è il modo di fare di Dio: amare tutti, anche i peccatori più abietti, perché Egli sa che nel cuore di ogni uomo, per malvagio che sia, c’è sempre un piccolo spazio per l’azione dello Spirito Santo: proviamo a pensare al “buon ladrone”(Lc 23,42-43) . Il Salesio si può permettere dire: “Ti concedo di parlare liberamente soltanto dei peccatori infami, pubblici e conosciuti da tutti, ma anche in questo caso lo devi fare con spirito di carità e di compassione, non con arroganza e presunzione; tanto meno per godere del male altrui; farlo per quest’ultimo motivo è prova di un cuore vile e spregevole.” Anche lui, però, deve fare delle eccezioni, ma dobbiamo prima premettere un concetto importante: il vangelo di San Matteo (12,31) dice chiaramente. “Qualunque peccato o bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica commenta: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna”. (CCC 1864) Ed ecco l’eccezione di Francesco: “Faccio eccezione per i nemici dichiarati di Dio e della Chiesa; quelli vanno screditati il più possibile: ad esempio, le sette eretiche e scismatiche con i loro capi. E’ carità gridare al lupo quando si nasconde tra le pecore, non importa dove.” Non è certamente una novità che il male si “camuffi” da bene e si serva di tutti i mezzi, compresi quelli messi a disposizione dalle nuove tecnologie, per diffondere l’errore. Ma il cristiano, quando si accorge di questo, non può e non deve tacere per non diventarne complice. Qualche incontro fa dicevamo che il parlar male degli altri sembra essere diventato una sorta di “sport nazionale”. Da ciò che dice il de Sales sembra che questo “sport” fosse già presente nel XVII secolo: “Tutti si prendono la libertà di giudicare e censurare i governanti e parlar male di intere nazioni, lasciandosi guidare dalla simpatia: Filotea, non commettere quest’errore. Tu, oltre all’offesa a Dio, corri il rischio di scatenare mille rimostranze.” Il capitolo termina con questa raccomandazione: “Quando senti parlare male, se puoi farlo con fondatezza, metti in dubbio l’accusa; se non è possibile, dimostra compassione per il colpevole, cambia discorso, ricorda e richiama alla mente dei presenti che coloro i quali non sbagliano lo devono soltanto a Dio. Riporta in se stesso il maldicente con buone maniere; se sai qualche cosa di bene della persona attaccata, dilla.” Nonostante i nostri limiti il Signore continua a ripeterci di “essere misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”(Lc 6,36). Saper andare al di là delle proprie convinzioni, offrire a tutti la possibilità di redimersi, perdonare “settanta volte sette”…questo, come cristiani, siamo chiamati a fare.
Preghiamo
Signore piega il cuore di chi vive nel male perché possa convertirsi; piega il cuore di chi si impegna a vivere nel bene perché non si inorgoglisca; piega il nostro cuore perché…. Amen
Ed oggi rendiamo il nostro cuore maggiormente malleabile. Buona giornata,
PG&PGR