Carissimi,
nel XXXV capitolo che iniziamo oggi, nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce, Francesco di Sales ci dice che “Bisogna essere fedeli nella grandi e nelle piccole occasioni”. La maggior parte di noi è chiamata a vivere la propria fede nell’ordinario tra lavoro, scuola, famiglia, impegni ecclesiali. amicizie, ecc. Ma attenzione: il termine “ordinario” non vuol dire “meno importante”. Anche nella liturgia, oltre ai tempi cosiddetti “forti” come l’Avvento, il Tempo di Natale, la Quaresima e il Tempo Pasquale, esiste un “tempo ordinario” che, oltretutto, occupa la maggior parte dell’anno liturgico. Ed è proprio in questo tempo che i Vangeli ci presentano la predicazione, i detti e i fatti della vita di Gesù. Vi pare un tempo di “serie B”? Quanti cristiani, in questi duemila anni, hanno vissuto santamente e fedelmente la propria vocazione nella vita “ordinaria” restando, alcuni, dei perfetti sconosciuti? Francesco pone l’accento sull’aggettivo “fedeli” ed è questo che trasforma le cose ordinarie in straordinarie: “Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto (Lc 16,10). In apertura del capitolo troviamo una “rilettura di un versetto del Cantico dei Cantici (cfr. 4,9) nel quale “lo Sposo confessa che la Sposa gli ha rapito il cuore con uno sguardo e un capello. Tra tutte le parti del corpo umano nessuna è più nobile dell’occhio, sia per la sua perfezione come organo, sia per la sua attività; e niente è più trascurabile di un capello.” Allo sposo Divino, cioè al Signore, spiega il de Sales, “non sono accette soltanto le opere importanti dei devoti, ma anche le minori e quelle che sembrano di nessun conto.” E continua: “Sarà contento di noi soltanto se avremo cura di servirlo bene nelle cose importanti e di rilievo come nelle piccole e insignificanti; sia con le une che con le altre, possiamo rapirgli il cuore per amore.” Dunque, per “rapire il cuore di Dio” non è necessario compiere opere straordinarie. Pensiamo alla profetessa Anna di cui si parla nel vangelo di San Luca (2, 35-38). Cosa ha fatto di straordinario? Pur non escludendo la possibilità che la vita possa metterci a confronto con la sofferenza e la rinuncia e ad essere, dunque, anche preparati a questo, il Nostro aggiunge: “Quando la Divina Provvidenza non ti manda afflizioni acute e pesanti, insomma non ti chiede gli occhi, donale almeno i capelli: voglio dire, sopporta con dolcezza le piccole offese, gli inconvenienti insignificanti, quelle sconfitte da poco sempre all’ordine del giorno; per mezzo di tutte queste piccole occasioni, usate con amore e direzione, conquisterai totalmente il suo cuore e lo farai tuo.” Impariamo allora ad offrire al Signore la nostra vita attraverso le cose semplici. Quello che Lui ci chiede è soltanto di metterci in ascolto della Sua Parola per compiere fedelmente la Sua volontà.
Come lo scorso anno, preghiamo con le parole della liturgia di oggi
Padre, che hai voluto salvare gli uomini con la croce del Cristo tuo Figlio, concedi a noi che abbiamo conosciuto in terra il suo mistero di amore, di godere in cielo i frutti della sua redenzione. Amen.
Saremo capaci, oggi, di scorgere l’opera di Dio nelle nostre cose ordinarie? Buona giornata,
PG&PGR