26 Agosto 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

siamo arrivati al XXIX capitolo della Terza Parte di Filotea che, più del precedente, si presenta abbondante e verrà diviso in più sezioni. Il titolo? “La maldicenza”! Dopo aver parlato a lungo dei giudizi temerari, Francesco di Sales, elencando gli effetti negativi di questo “sport internazionale”, sottolinea che “il giudizio temerario causa preoccupazione, disprezzo del prossimo, orgoglio e compiacimento in se stessi e cento altri effetti negativi, tra i quali il primo posto spetta alla maldicenza, vera peste delle conversazioni.” Chissà quante ne avrà sentite, riferite a questo/a o a quello/a negli ambienti “nobili” e non del suo tempo…! Da quello che dice di seguito traspare tutto il suo rammarico e la sua amarezza e, alludendo al brano del profeta Isaia (6,6-7), dice: “Vorrei avere un carbone ardente del santo altare per passarlo sulle labbra degli uomini, per togliere loro la perversità e mondarli dal loro peccato, proprio come il Serafino fece sulla bocca di Isaia.” Se ci prendessimo la briga di andare a ricercare su qualche dizionario della lingua italiana il termine “maldicenza” troveremmo, più o meno, sempre la stessa definizione: “Cattiva abitudine di sparlare degli altri con pettegolezzi e malignità”. Chissà come avrebbe commentato il Nostro ciò che è scritto sulla tomba di Pietro l’Aretino (1492-1556): “Qui giace l’Aretin, poeta tosco, che d’ognun disse mal, fuorché di Cristo, scusandosi col dir: non lo conosco!”. A parte questa piccola parentesi, il “giudizio” (non certo temerario!) del de Sales sulla maldicenza è veramente severo: “Se si riuscisse a togliere la maldicenza dal mondo, sparirebbero gran parte dei peccati e la cattiveria.” Pensiamoci bene: subito dopo la sua creazione, l’uomo e la donna cedono al peccato a causa di una maldicente calunnia del serpente;  è la maldicenza e la mormorazione contro Dio e contro Mosè che non permetteranno a molti ebrei di entrare nella Terra promessa; è la maldicenza dei “dignitari” del popolo di Gerusalemme contro Gesù che porterà il popolo a gridare, davanti a Pilato: Crocifiggilo, crocifiggilo! E ancora: sarà la maldicenza di Nerone, aggravata dalla calunnia, che porterà alla morte i Primi Martiri di Roma accusati ingiustamente di aver provocato l’incendio della città. E potremmo portare tanti altri esempi…antichi e moderni…! Continua il Nostro: “A chi strappa ingiustamente il buon nome al prossimo, oltre al peccato di cui si grava, rimane l’obbligo di riparare in modo adeguato secondo il genere della maldicenza commessa.” Ma questo, diciamocelo chiaramente, avviene, purtroppo, molto di rado. Aggiunge: “Nessuno può entrare in Cielo portando i beni degli altri; ora, tra tutti i beni esteriori, il più prezioso è il buon nome.” Non crediamo di esagerare se ci avventuriamo nel dire che egli pone quasi allo stesso livello coloro che attentano al buon nome del prossimo, senza poi porvi rimedio, con quelli di cui si dice nel vangelo di San Matteo (Cfr.25,41-46): “Via, lontano da me…perché avevo fame e non mi avete dato da mangiare…”.

Preghiamo

Padre Santo, la bellezza dell’uomo e della donna da Te creati, sono stati ben presto deturpati dalla menzogna maldicente. Liberaci da questo male che, ancora oggi, tiene prigioniera l’umanità. Amen

Ed oggi? Teniamo a debita distanza chi ha la brutta abitudine di sparlare del prossimo. Buona giornata,

PG&PGR